Le regole di Quota 100, in attesa della serie A
Lo scorso febbraio il Consiglio di amministrazione dell'Inps si è avvalso della facoltà di annullare la pensione di un sacerdote maturata con Quota 100, ritenendola accolta in violazione del decreto (n.4/2019) che formalmente non cita il beneficio anche nel Fondo Clero. Essendo un atto interno amministrativo, l'episodio fa testo esclusivamente per il singolo interessato, e non crea un principio di diritto. Liberi quindi i ministri di culto di avvalersi di tutti i canali consentiti per accedere al pensionamento anticipato.
Una corretta applicazione del decreto di Q100 non può limitarsi alla formalità del testo normativo per escludere i sacerdoti interessati. La Corte di Cassazione (sent. 2757/2006 e più volte segnalata all'Inps) è già intervenuta superando le formalità che escludono il Fondo Clero. Inoltre, ignorando il Fondo, si impedisce anche agli assicurati di altre gestioni dell'Inps di utilizzare il cumulo gratuito con propri versamenti accreditati nel Fondo (nel decreto l'art.14, co.2).
La vicenda si estende oltre gli aspetti interpretativi. È un dato di fatto che i provvedimenti legislativi che investono l'intero panorama della previdenza (assicurazione generale, forme esclusive e sostitutive, gestione separata) mancano costantemente di un qualsiasi riferimento al Fondo Clero. È da questa inerzia, dall'assenza del legislatore che si sono generate nel corso degli anni ambiguità e dubbi su se o come applicare norme di favore anche ai ministri di culto. Q100 – l'ultimo esempio – è stata preceduta da provvedimenti altrettanto importanti (vedi il cumulo gratuito e i riscatti della laurea), ma non si possono ignorare misure più datate, come il servizio militare, l'invalidità, le ricongiunzioni ecc. che, nel silenzio del Parlamento, hanno generato una categoria di cittadini di serie B.