Le regole dell’Inps per i contributi 2024
Quanto ai versamenti correnti, nel prossimo anno si devono versare 300,44 euro ogni bimestre oppure 150,22 per un singolo mese; si tratta tuttavia di importi provvisori fino a quando sarà emanato un nuovo decreto ministeriale di adeguamento dei contributi. Per distinguere nettamente gli attuali versamenti da quelli del 2024, l’attuale rivalutazione entra in vigore a partire dalla prima rata del nuovo anno, in scadenza il 31 marzo 2024. La circolare non considera che in quella data ricorre la domenica di Pasqua; essendo poi festivo anche lunedì 1° aprile, la scadenza slitta direttamente al giorno 2. Nel frattempo occorre regolarizzare anche gli anni 2022 e 2023 che finora sono stati pagati con tariffe provvisorie, per cui è dovuto un conguaglio di 5,60 euro per ogni bimestre o di 2,80 euro per un singolo mese. Questi conguagli devono essere versati, senza interessi o sanzioni, entro il 31 marzo 2024. Anche per questi vale la scadenza del 2 aprile. Sebbene si tratti di importi modesti, il loro versamento consente la completa copertura pensionistica di ogni singolo anno. Senza queste integrazioni, l’accredito utile alla pensione viene ridotto in proporzione ai versamenti parziali. Tutte le cifre ora indicate dall’Inps corrispondono a quelle anticipate da “Avvenire” già lo scorso 12 settembre.
Nella nuova circolare l’Inps riporta (ancora una volta) un infelice riferimento al sistema della “congrua” che fino al 1984 ha consentito il mantenimento dei sacerdoti e il versamento dei contributi pensionistici tramite le Direzioni Provinciali del Tesoro. Quel sistema è stato integralmente sostituito nel 1985 dal “sostentamento del clero” da allora interamente a carico degli interessati. Tuttavia il deficit finale della “congrua” fu accollato all’attuale Fondo Clero che ancora oggi sopporta nella sua contabilità un fardello alieno, di evidenti attribuzione e competenza dello Stato. © riproduzione riservata