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Le nuove sfide del made in Italy

Vittorio Spinelli sabato 11 febbraio 2006
Sfide internazionali per l'agricoltura di casa nostra. E non solamente, come si potrebbe pensare, a causa della concorrenza sui mercati oppure delle regole ancora da scrivere sul commercio internazionale. Dal mondo arriva anche un'altra sfida: quella dell'energia. Di questo, oltre che del Wto, si è parlato a Verona, nel corso della edizione 2006 della Fieragricola, mentre a Roma veniva approvato un decreto sul settore con qualche novità importante proprio dal punto di vista dell'energia. Dal primo luglio 2006 i produttori di carburanti diesel e di benzina saranno obbligati ad immettere al consumo biocarburanti di origine agricola in misura pari all'1% del totale. Si tratta di un effetto della crisi energetica e del caro petrolio. La percentuale dovrà essere incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010. Il traguardo è però ancora più in là. Coldiretti, per esempio, ha calcolato che è possibile arrivare a coltivare per i biocaburanti circa 1,4 milioni di ettari e, in tutta Europa, dare lavoro a trecentomila persone. Con il biodiesel è poi possibile abbattere i costi indiretti dell'inquinamento, visto che vengono ridotte dell'80% le emissioni di idrocarburi e del 50% quelli di particolato e polveri sottili. Da qui, quindi, la soddisfazione per il provvedimento approvato al Senato condivisa da tutti i protagonisti del comparto, anche se Confagricoltura proprio a Verona a sollevato il dubbio che le esigenze di biocarburanti vengano poi coperte dall'Europa con materie prime extraeuropee. Ma i problemi del comparto non sono certo tutti risolti. Sempre a Verona, per esempio, la questione del ruolo internazionale del comparto, e delle questioni irrisolte che si porta dietro, ha costituito addirittura il tema d'inizio della manifestazione sulla base del fatto che i prodotti agricoli rappresentano circa il 9% del valore del commercio mondiale e che l'incremento annuo degli scambi agricoli è stato del 16% nel 2003 e del 15% nel 2004, a dimostrazione di un dinamismo del settore e di un collegamento stretto al processo di sviluppo dell'economia globale. L'agricoltura è però crocevia di temi sociali ed economici delle differenti aree del mondo con i quali il commercio mondiale deve fare i conti. È così che esigenze generali e istanze particolari, si mischiano sempre di più in un problema difficile da analizzare e, soprattutto, da risolvere con efficacia. Per questo c'è stato chi come la Cia, nel corso della manifestazione scaligera, non ha mancato di chiedere a gran voce una costituente per l'agricoltura italiana. Tutto sulla base di quattro dati: nell'ultimo anno la produzione è scesa del 3,3%, i prezzi sui campi del 4,4%, mentre i costi sono cresciuti dell'1,6% e i redditi dei produttori sono diminuiti del 9,6%. L'obiettivo sarebbe quello di arrivare «a nuove forme di partecipazione e di protagonismo degli agricoltori». Con strumenti che, tuttavia, appaiono tutti piuttosto consueti come la concertazione, le intese con le rappresentanze d'impresa, l'unità d'azione tra le organizzazioni professionali e la cooperazione agricola.