L'agricoltura attira sempre di più i giovani. Questione di fascino, forse, ma più probabilmente di spazi economici per crescere. Quello della presenza dei giovani nei campi è in ogni caso il segno della vitalità di un comparto che, nonostante tutto, rilancia sul suo futuro. Ciò che ci vuole, proprio in un periodo come quello che stiamo attraversando. Stando alle elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere, quasi il 10% delle nuove imprese condotte da giovani sotto i 35 anni nate nel secondo trimestre del 2016 opera in agricoltura. In questo modo, il settore primario si classifica come quello più "gettonato" dai giovani dopo il commercio. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Unioncamere che evidenzia, spiegano i rappresentanti dei coltivatori, «la rivoluzione in atto nelle scelte giovanili con la nascita nelle campagne italiane di ben 3.051 imprese condotte da under 35 nel secondo trimestre del 2016». Si tratta, stando agli osservatori del settore, di una «nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che costituiscono uno dei principali vettori di crescita del settore agroalimentare italiano grazie ad una capillare e rapida acquisizione dei processi innovativi».Già, perché il perno attorno al quale ruotano queste nuove imprese giovanili, è quello dell'innovazione sotto numerosi spetti che le caratterizza. Con la conferma dell'origine di questi nuovi imprenditori. «Tra chi fa dell'agricoltura una scelta di vita la vera novità rispetto al passato – sottolinea infatti la Coldiretti – sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna». L'azienda agricola come scelta di vita non più quindi solo perché obbligata da una successione ereditaria. È evidentemente un cambio sociale che deve ancora consolidarsi e che soprattutto deve ancora essere studiato a fondo. Ma i segnali positivi in questo senso ci sono tutti. Secondo una analisi svolta recentemente, metà dei giovani imprenditori nella campagne ha una laurea, il 57% ha fatto innovazione. A caratterizzare le imprese giovanili del settore è anche il fatto che a 15 anni dall'approvazione delle legge di orientamento per l'agricoltura (la legge 228/2001), i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70% delle imprese giovanili lavora in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche a tutta una lunga serie di attività collegate a quelle agricole. Più alti della media anche alcuni parametri tecnici strutturali: le aziende agricole dei giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.