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Le manipolazioni social sulle elezioni di 76 Paesi. Ecco cosa ognuno di noi può fare

Gigio Rancilio venerdì 8 marzo 2024

Quest’anno oltre quattro miliardi di persone andranno alle urne in 76 Paesi. Il tutto mentre i social e l’intelligenza artificiale stanno avendo ruoli sempre più importanti nell’amplificazione della disinformazione e nella manipolazione delle persone. Meglio chiarirlo subito: come ci ha insegnato lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica le fake news non ci fanno cambiare radicalmente idea ma spingono i molti indecisi che spesso già simpatizzano anche se debolmente per una parte politica a votarla. Oppure ci allontanano dalle urne bombardandoci con decine e decine di contenuti fuorvianti. Alle fake news (che, ricordiamolo, sono notizie false create ad arte per screditare una parte avversa) si sono aggiunti i video falsi, gli audio falsi e le telefonate false. Per aiutarci a inquadrare meglio il problema, viene in nostro aiuto la guida Elections in Digital Times dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che spiega come i social media sono utilizzati per danneggiare le elezioni. Si va dalla «diffusione di disinformazioni con l’intento di causare danni a persone, gruppi e istituzioni all’uso di account falsi che generano dibattiti online, volti a influenzare l’opinione pubblica e il processo decisionale. Per non parlare dell’incitamento all’odio verso giornalisti, politici, istituzioni e media».
Con l’aggravante, dice l’Unesco, che «le società di social media traggono profitto dalla diffusione della disinformazione e delle controversie elettorali». I contenuti controversi, imprecisi o falsi, amplificati dai social media «dividono infatti le persone in bolle politiche, mostrandoci un quadro parziale di ciò che gli altri pensano. In questo modo influenzano le elezioni aumentando la polarizzazione, distorcendo la realtà e riducendo la tolleranza per le diverse opinioni politiche». In più, come accennato, l’intelligenza artificiale ha reso ancora più facile la produzione di falsi.
Il Centro per la lotta all’odio digitale con base negli Stati Uniti ha fatto 160 test su generatori di immagini che usano l’intelligenza artificiale. Risultato: «hanno generato disinformazione elettorale nel 41% dei casi». Da qui una proposta forte: «le piattaforme di social media dovrebbero essere responsabili dell’amplificazione dell’odio e della disinformazione almeno durante le elezioni».

Nel frattempo ognuno di noi può fare qualcosa di concreto per rendere meno tossici i social in campagna elettorale. Ecco i sei consigli del Centro per la lotta all’odio digitale.
1) Verifica sempre le informazioni prima di condividerle. Se hai dubbi, cerca fonti primarie, come il sito web dell’organo elettorale ufficiale del tuo Paese o siti web ufficiali dei candidati.
2) Sii scettico. Fai attenzione a condividere contenuti da account di social media non verificati o anonimi. Ricordati che se anche un post ha ricevuto molti mi piace o è stato condiviso molte volte non significa che il suo contenuto sia accurato.
3) Sii scettico sulle informazioni sul voto che non provengono da fonti affidabili.
4) Sii scettico nei confronti delle immagini, degli audio e dei video che trovi online. Sii scettico nei confronti di immagini, video e audio in cui i candidati si comportano in modo diverso dal solito o dicono qualcosa che è completamente inusuale.
5) Segnala le informazioni false alle piattaforme social. Anche se possono essere pessime nel far rispettare le proprie regole, segnalarle è un primo passo positivo.
6) Condividi sempre con i tuoi amici e familiari informazioni verificate e fonti affidabili. Se noti che i tuoi amici e i tuoi familiari condividono contenuti che sai essere falsi o imprecisi, contattali con informazioni accurate.
A noi possono anche sembrare piccole cose, ma possono fare la differenza.
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