Boom di fidanzate digitali, segno della crescente solitudine in cui molti vivono
Li chiamano «bot relazionali» ma altro non sono che «fidanzate virtuali», alcune delle quali vantano sui social centinaia di migliaia di fan. Forse qualcuno di voi ricorderà il caso di Xiaoice, di cui ci siamo occupati in questa rubrica nel dicembre 2020. Cioè di un sistema di intelligenza artificiale, sviluppato da Microsoft Asia e che ha conquistato molti ragazzi (soprattutto cinesi) che fanno sempre più fatica a incontrare ragazze reali. Risultato: Xiaoice è diventata la fidanzata virtuale alla quale centinaia di migliaia di adolescenti e di uomini confidano i propri sogni e le proprie angosce. Tre anni nel mondo digitale sono tantissimi. E oggi a proliferare non sono solo app capaci di conversare ma “fidanzate digitali” con volti, voci e corpi umani. Secondo i dati condivisi con Quartz da Data.ai, una società di analisi di app per cellulari, «sette delle 30 app di chatbot AI scaricate nel 2023 da Apple o Google Play Store erano legate ad amici, fidanzate o compagni creati dall’intelligenza artificiale». A peggiorare la situazione è stata l’apertura a metà gennaio del negozio di ChatGPT, dove ognuno può mettere in vendita un suo chatbot, cioè un software che può simulare ed elaborare conversazioni umane (scritte o parlate). Le regole di ChatGPT vietano esplicitamente «la vendita di sistemi dedicati alla «compagnia affettiva» ma tanti hanno già trovato il modo di aggirarle. Il risultato è che nel negozio di ChatGPT esistono decine di chatbot di fidanzate virtuali. Uno dei più cliccati si chiama Virtual Sweetheart, cioè letteralmente «fidanzata virtuale». Appena lo apri, ti chiede: «Che aspetto ha la ragazza dei tuoi sogni?». Come avrete facilmente intuito a questo punto ognuno può creare a piacimento la sua “fidanzata”, scegliendone l’etnia, l’età, il colore degli occhi, dei capelli e qualunque altra caratteristica. Una volta scelta, ti dirà ammiccando: «Condividi con me il tuo segreto più oscuro». ChatGPT non è l’unico luogo dove si creano fidanzate virtuali. A far parlare di sé, in particolare, è la società Forever Voices, «specializzata nella creazione di chatbot IA realistici». È lei che ha creato la versione digitale di Caryn Marjorie, un’avvenente ragazza di 23 anni, che ha 2 milioni di follower sui social. La sua versione digitale, chiamata CarynAI, per 1 dollaro al minuto permette agli acquirenti di interagire con lei «in un’esperienza AI che vi fa credere di parlare con la stessa Marjorie». Per lei si tratta «di un potenziale ulteriore guadagno di qualche milione di dollari al mese», ma a un prezzo: la maggior parte degli utenti paganti vuole parlare con Caryn AI di sesso e in maniera molto esplicita. Dietro il successo delle fidanzate virtuali non c’è solo la curiosità ma anche qualcosa di ben più drammatico. Vivek Murthy, il Surgeon General americano, cioè il più fidato e titolato consigliere della Casa Bianca in materia di sanità pubblica, già lo scorso maggio aveva lanciato un allarme «sulla crisi di salute pubblica che sta attraversando l’America, dovuta alla solitudine, all’isolamento e alla mancanza di relazioni». Murthy ha spiegato che non solo «l’isolamento aumenta il rischio per gli individui di sviluppare problemi di salute mentale ma può anche aumentare il rischio di morte prematura, a livelli paragonabili a quelli del fumo». Un problema, quello della solitudine crescente, che - come abbiamo accennato - da anni attraversano anche la Cina e molti Paesi asiatici e che tocca anche l’Europa anche se non se ne parla abbastanza. A rischio di apparire un po’ superficiali, è meglio ricordarci che non è l’IA a creare solitudine, ma è l’IA a rispondere a un bisogno di relazioni (anche se finte) di persone che le nostre società hanno confinato in una disperata solitudine per molti motivi. Molti dei quali generati da comportamenti umani prima che delle macchine. © riproduzione riservata