«Gemelle sono le porte del sogno / si dice che l'una sia di corno, da lei/ escono facilmente le vere ombre/, l'altra, splendente, lavorata in bianco avorio,/ è quella per la quale i mani mandano in terra i falsi sogni». Sarebbe possibile scrivere una storia dell'umanità attraverso le sue concezioni dei sogni, e in parte è stato fatto, da scrittori come Borges o a opera di studiosi specialisti, su alcune civiltà. Qui parla Virgilio, nell'Eneide, riprendendo un'intuizione del mondo onirico espressa da Omero, per bocca di Penelope. Le porte del sogno sono gemelle: una reca sogni veritieri, l'altra ingannevoli. La primaè d'ebano, vale a dire che i sogni veri nascono da una porta nera, da un regno d'ombra… La porta in bianco avorio ispira sogni ingannevoli, poiché non è loro congenita la luce del giorno, il chiarore della ragione. Vediamo come la realtà del sogno sia colta nella sua ambivalenza, nella sua misteriosa, sfuggente verità. Solo l'ingenuo crede il sogno necessariamente, naturalmente profetico. Ciò non significa che il sogno non contenga, celata, conoscenza. Che muove l'uomo senza che questi se ne accorga. E che a volte, quando sono in forma, alcuni esploratori dell'ombra amanti della luce, profeti, poeti, illuminati, sanno cogliere nella chiarezza lampante del suo mistero.