Le Coop del vino, successo mondiale
l vino cooperativo ha successo
nel mondo. Buon segno per un comparto che continua a raggiungere traguardi importanti, ma che deve fare i conti con una concorrenza agguerrita e con costi di produzione in aumento. Il punto sulla situazione della vitivinicoltura cooperativa, è stato fatto al Vinitaly 2023 in corso a Verona attraverso una ricerca dell’Ismea promossa da Alleanza delle cooperative italiane. Il succo della situazione è presto detto: tra il 2010 e il 2022 il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti ad Alleanza cooperative ha registrato una crescita del 130%, con un andamento superiore a quello delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%. Situazione simile anche per quanto riguarda il fatturato che, negli ultimi dieci anni, è aumentato dell’88%, a conferma di una crescita economica e un posizionamento importante conquistato dalle
cooperative italiane, che producono il 58% del vino nostrano. Non tutto è andato sempre nel migliore nei modi (a soffrire, per esempio, sono state comunque le imprese più piccole, meglio invece quelle con fatturati oltre i 50 milioni di euro), ma le coop hanno comunque dimostrato di saperci fare anche nel confronto con la concorrenza internazionale. Soprattutto nei mercati più complessi e concorrenziali. Guardando al dettaglio dei dati, poi, Ismea ha fatto rilevare la buona presenza dei vini cooperativi in Germania e poi in Francia e Paesi Bassi; tra i Paesi extra-UE, gli Stati Uniti si collocano in prima posizione per il 65% delle cantine esportatrici, seguiti da Canada e Giappone. Per capire meglio, basta sapere che più della metà dei volumi di vino italiano esportati in America è commercializzata dalle cantine cooperative. Mentre, in Giappone in un solo anno le vendite sono cresciute del 28,6%. Tutto, è stato fatto rilevare in questi giorni a Verona, nonostante le difficoltà che le coop – al pari di altre strutture produttive –, devono affrontare. E che pongono comunque una seria ipoteca sul futuro. Per questo, proprio Alleanza cooperative Agroalimentari ha attirato l’attenzione di tutti sulla situazione che, si legge in una nota, «il settore vitivinicolo sta vivendo, stretto tra le conseguenze della grave impennata dei costi di produzione e dell’energia, le difficoltà di approvvigionamento per alcuni materiali come il vetro e la crisi generalizzata dei consumi dovuta alle spinte inflazionistiche». Il rischio? Una forte perdita di competitività delle imprese italiane rispetto ad altri principali paesi produttori europei. Grande attenzione, quindi, in gioco c’è un comparto che conta 379 cantine con oltre 110mila soci e un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro (circa due dall’estero), il 40% del totale del fatturato del vino nazionale. In termini occupazionali, la cooperazione vitivinicola associata dà lavoro a oltre 9.000 persone, di cui il 67% è impiegato a tempo indeterminato. © riproduzione riservata