Confessione reporter, storico programma d'inchiesta giornalistica giunto quest'anno alla dodicesima edizione, è tornato in onda con cinque appuntamenti il martedì intorno a mezzanotte su Rete 4, condotto come sempre da Stella Pende, giornalista di lungo corso, che lo ha ideato prendendo spunto da un proprio libro (Confessione reporter: quello che non ho mai scritto), ma anche parafrasando Professione: reporter, il titolo del film del 1975 di Michelangelo Antonioni con Jack Nicholson. La seconda delle cinque nuove inchieste, martedì scorso, è stata dedicata a un viaggio nello spiritualismo, argomento controverso, difficilmente digeribile per gli scettici tra cui in partenza si colloca la stessa Pende definendosi «infrangibile e scettica», anche se poi rimane affascinata da alcuni personaggi di un'inchiesta che mette insieme non poche questioni: dalla vita oltre la vita, alla pittura mediatica, allo psicospionaggio. «Non ci saranno tavolini che ballano, né fantasmi arrabbiati», precisa la giornalista. Ciò non toglie che ci siano altre cose discutibili come l'Arthur Findlay College, l'Accademia di spiritualismo più nota al mondo, ospitata in un castello londinese con 365 finestre come i giorni dell'anno, 29 camini come il febbraio bisestile e via dicendo. Quello che non si capisce è come si regga una struttura del genere se non attraverso le quote dei corsisti che per questo devono essere non proprio alla portata di tutti. Ma questo è un altro problema. Del resto ci sono persone che all'Arthur Findlay College hanno ritrovato il senso della vita dopo la morte di un figlio. Un po' più caserecci i medium che la giornalista incontra in Italia e che rivendicano «il dono di portare i messaggi degli spiriti», anche se non mancano psicologi e psicoterapeuti che hanno studiato il fenomeno. In Brasile c'è invece il pittore che dipinge guidato da spiriti noti come quello di Van Gogh. E c'è chi si avventura in distinzioni tra religione e religiosità mettendo insieme «Gesù e tanti altri spiriti». «Non vogliamo darvi delle risposte, le domande rimangono aperte», conclude la Pende. Menomale, diciamo noi. Intanto, con la prossima puntata si rimettono i piedi per terra: si parlerà di badanti.