Le code notturne per i Moonwatch innocui oggetti del desiderio o idoli?
Insomma, o ti inchini agli idoli del Mercato, o sei un “bacchettone”. Bisognerebbe, ammonisce Di Paolo, saper guardare con ironia a questi «curiosi impulsi (...), e però anche con tenerezza, perché i desideri degli umani, o per meglio dire le loro, le nostre voglie, sono così: materiali, impulsive, per niente lucide». Evviva i desideri. Anche, par di capire, quando sfumano in patologia. Una pagina pure sulla “Stampa” (27/3) – titolo: «La febbre dell'orologio» – dove Maria Corbi, come Di Paolo, osserva che si sono ripetute scene anni Ottanta ma, al contrario del collega, non bacchetta i bacchettoni. Si limita ad annotare: «Una operazione di marketing decisamente ben riuscita». Il premio della veglia? «Possedere un oggetto del desiderio oppure rivenderlo a quattro volte il costo dell'acquisto». Il “Corriere” (27/3) decide che il fatto merita mezzo colonnino, senza analisi e predicozzi. Forse Claude Lévy-Strauss vedrebbe nel Moonwatch un “oggetto totemico”, quel bacchettone d'un antropologo.