Le chiese delle città nei giorni feriali sono vuote. Grandi, spaziose, costruite anni fa quando si pensava alle grandi assemblee più che alla preghiera individuale. Le piccole vecchie chiese erano forse meno attraenti, ma sembrava aspettassero i nostri pensieri, le richieste di aiuto, il sorriso di una sposa. Le madonne e i santi guardavano nella penombra le nostre candele accese prima di promettere il loro interessamento, e noi si andava via con il cuore rasserenato come avessimo già ottenuto la grazia richiesta. L'abbondanza di statue, l'odore di incenso ti davano l'impressione di non essere solo davanti all'altare, dove oggi c'è appena l'essenziale per una Messa e il Cristo ha una sua piccola casa a parte, in un angolo, quasi per non disturbare! Nella mia chiesa, rotonda come un silos, completamente vuota al mattino, un grande affresco di fondo ha un colore diafano, dove tra gli azzurri cenere e i rosa pallidi Nostro Signore offre la cena ai suoi amici. I visi sono tutti uguali, pallidi e anonimi, solo Giovanni guarda la figura del Cristo come stesse chiedendo una spiegazione di tutto ciò. La tavola del banchetto è sostituita da una tovaglia vagante nel vuoto. Come si fa a pregare così? Un giorno, per un uomo anziano costretto da una malattia a rimanere in casa, scrissi, perché la recitasse, questa preghiera: «Lodato sii mio Signore, per la luce e per il sole che posso ancora vedere. Lodato per il grido degli uccelli, e per l'aria tiepida che passa davanti alla mia finestra; che tu sia lodato perché posso parlare, comprendere, perché ti ho conosciuto quando ero bambino. Lodato tu sia per l'amore che hai dato a questa nostra terra, che ti ricompensa così poco. Fa' ch'io possa godere delle piccole cose che mi passano vicino, che io sappia guardare al di fuori di me, allora le mie pene saranno minori e le saprò dividere con gli altri. Fa ch'io ritrovi il coraggio di usare l'ora che passa per qualcosa che va bene per chi mi è lontano. Il tempo che mi hai dato, Signore, è prezioso, aiutami a riempirlo, a non perderlo pensando solo a me stesso. Aiutami a credere che questo senso di abbandono che mi prende alla gola quando ho davanti a me una giornata vuota non sia inutile se offerta a sollevare la solitudine degli altri. Quando mi sento abbandonato fa ch'io comprenda che ognuno, ama come sa e questo deve aiutarmi a comprenderlo. Grazie per il sonno della notte ed anche per le ore buie dove la mente non sa che pensare. Fa' ch'io ricordi il bene che ho ricevuto, i giorni chiari della giovinezza, e l'affetto di chi mi ha voluto bene. Lodato sii, mio Signore perché mi hai dato momenti di gioia, fa che io me ne ricordi e non li nasconda lontano dalla mia memoria. Fa' ch'io non mi senta al di fuori del mondo di ogni giorno, ma che ne faccia parte come posso, anche poco e per questo tu sia lodato anche per il mio presente. Prendimi per mano e fammi camminare, anche se non posso, con la fantasia, ma più sereno, più tranquillo. Raccontami che anche la mia vita ha un senso. Che tu sia lodato per quello che hai fatto per me e per quello non hai fatto, per ciò che mi hai dato e per quello che non mi hai dato. E così sia».