«Le vere bestie siamo noi»: lo afferma con sicurezza Jeffrey Masson, scienziato americano di famiglia ebraica, che dagli studi sulla psicanalisi freudiana è passato a quelli della psicanalisi degli animali. Ha scritto alcuni libri su questo tema (Quando gli elefanti piangono, Il maiale che cantava alla Luna) certamente interessanti ma anche sconcertanti e che, in ogni caso, giustificano il soprannome di «psicanalista degli animali» che – scrive Il Giorno (venerdì 6) – gli è stato attribuito. Tra le sue scoperte è anche quella che «gli animali non hanno religioni» e «per questo non hanno guerre». Si limitano a mangiarsi l'un con l'altro. Ieri e l'altro ieri Masson ha presentato a Bologna e a Milano il suo ultimo lavoro: Le bestie siamo noi e, se lo dice lui, può darsi che sia vero. Anche perché pare che abbia trovato un involontario alleato nello psicoanalista Vittorio Lingiardi, docente di psicologia dinamica alla Sapienza di Roma. Questi – informa Il Venerdì di Repubblica (6/11) – ha scritto la prefazione a un libro nel quale si sostiene che alla domanda «gay si nasce o si diventa?» non c'è ancora una risposta valida. La risposta è che proprio il quesito non andrebbe posto e, semmai, dovrebbe essere sostituito da un altro: «Perché l'omosessualità continua a generare sospetto, paura, ostilità?». Anche per evitare sospetti, paure e ostilità sarebbe meglio, però, evitare che a giustificazione dell'omosessualità si affermi che questa "non è un'esclusiva umana" e si ricorra ai casi di omosessualità animale. E magari a mostrare – come fa Il Venerdì – una coppia di leoni maschi che, indisturbati, si fanno le coccole come due sposini. Altrimenti avrebbe ragione Masson quando scrive che «le vere bestie siamo noi». No, nessun uomo mai è bestia. Nessuno. Affermarlo è umana bestemmia.FUORI BERSAGLIOOrmai ci siamo abituati. Ogni volta che, su Repubblica, risponde a domande dei lettori sulla Chiesa, Corrado Augias sbaglia. Questa volta (giovedì 5) è l'8xmille, il cui «sistema di distribuzione – scrive – è scandaloso e ingiusto». Niente vero: è soltanto democratico, cioè identico a quello che distribuisce i seggi del Parlamento sulla base non dei votanti (magari anche meno del 50 per cento) ma degli elettori: qualunque sia il numero dei votanti, ogni partito ha sempre tanti parlamentari quanti sono previsti dalla Costituzione. E poi: l'8xmille non è destinato alla Santa Sede, ma alla Chiesa che è in Italia e per essa alla Cei. Dunque è del tutto fuori luogo affermare che la Curia Romana (cioè, in parole povere, il Vaticano) non merita quel denaro per via della «corruzione al di qua del Tevere» (la Curia è al di là), ed è comunque scorretto prenderne a prova due libri composti con materiale rubato: documenti asportati, registrazioni clandestine, deduzioni improprie, assenza della controparte interessata. Domanda: tutto ciò va o no considerato corruzione?