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Le alleanze effimere e l'unica davvero salda

Umberto Folena domenica 13 ottobre 2019
«Porto notizie da Elrond di Gran Burrone. Un'alleanza esisteva una volta fra Elfi e Uomini. Molto tempo fa abbiamo combattuto e siamo morti insieme. Siamo qui per onorare questa lealtà». Parola splendente è alleanza, sorella di legame, cugina di onore e lealtà. Al Fosso di Helm un pugno di Uomini e un Nano sono stretti d'assedio da migliaia di Uruk hai. Inaspettato, giunge in loro soccorso Haldir con cento arcieri Elfi. Ci fu una volta l'Ultima Alleanza, quando il più grande esercito di Uomini ed Elfi sconfisse Sauron strappandogli l'anello... Per Tolkien, nel Signore degli anelli, fu davvero l'ultima. Nel romanzo, nessun Elfo combatte al Fosso di Helm. Peter Jackson, nel film, fa invece arrivare un manipolo di Elfi, in nome di un'alleanza antica, da tutti dimenticata ma non da loro, dalla memoria lunga e profonda, loro per i quali onore e lealtà sono valori per i quali si può anche morire. E gli "immortali" Elfi, dalla vita lunghissima (eterna agli occhi degli Uomini), possono morire solo in battaglia, salvo poi risvegliarsi... Ma questa è un'altra storia.
Bello sarebbe poter contare sulla stabilità dei legami, tutti; e delle alleanze, tutte. L'unica alleanza che non svanisce, l'unico legame che non si spezza ha natura divina, ed è quella di Dio verso il suo popolo, un popolo che promette e dimentica, ritorna e tradisce, e se fosse per lui quell'alleanza sarebbe stata infranta e perduta innumerevoli volte; ma Dio è fedele. Gli Elfi sono gli esseri più vicini alla divinità mai concepiti, i primi creati, e forse per questo Jackson decide di farli partecipare, e morire tutti, al Fosso di Helm. L'altra spiegazione è meno nobile: non c'è dubbio che sullo schermo gli Elfi abbiano un appeal tutto particolare... Ma a noi interessa che gli Elfi non avessero alcun tornaconto dal partecipare a una battaglia quasi certamente persa. Ma, non partecipando, avrebbero perso l'onore, sarebbero venuti meno all'alleanza.
L'alleanza, una volta stipulata, dovrebbe valere sempre e comunque. Dovrebbe accadere così nell'alleanza tra coniugi, tra genitori e figli, tra governanti e popolo, tra insegnanti e studenti: sempre vi servirò, mai vi tradirò. Dovrebbe. Più forte dell'alleanza appare spesso, molto spesso, quasi sempre il tornaconto: sarò alleato con te fin quando mi sarà conveniente, ne ricaverò un beneficio e l'alleanza non mi costerà un prezzo eccessivo. Siamo alleati, ma non aspettarti che venga in tuo soccorso a quel Fosso di Helm della vita e dell'anima in cui, almeno una volta, tutti ci ritroveremo accerchiati, apparentemente senza speranza, nella notte più buia.
Le alleanze umane non reggono, non hanno mai retto. Gli uomini – stavolta siamo sul pianeta Terra, non nella Terra di Mezzo – lo sanno e cercano di dar loro un ricostituente ricorrendo alla forza delle parole. Quante "sante" alleanze, nella storia. Alleanze prima benedette e infine maledette, alleanze contro gli Orchi e le forze del male, alleanze che per essere sante devono necessariamente passare per la disumanizzazione del nemico. Le alleanze fondate non sulla stima reciproca ma sulla comune paura non durano. La Santa Alleanza nata nel 1815 dal Congresso di Vienna aveva un bell'aspetto: riuniva Austria, Russia e Prussia, ossia cattolici, ortodossi e protestanti. Altri vi si aggiunsero, quasi tutti tranne, guarda un po', l'unico che poteva legittimamente fregiarsi del titolo di "santo", lo Stato della Chiesa. Quindici anni dopo tutto finiva.
Quanto avremmo bisogno di Haldir e dei suoi arcieri. Ma quella fu un'alleanza fondata su legami di cuori e anime. Come amore e amicizia: una santissima alleanza, lei sì benedetta da Dio.