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Layton rilegge le opere di Bruckner grande talento mistico dell'800

Andrea Milanesi domenica 11 maggio 2008
Anton Bruckner (1824-1896) è stato il più importante compositore di musica da chiesa dopo Johann Sebastian Bach; lo sapeva bene quell'illuminato Kapellmeister di Eugen Jochum, che tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso si è dedicato, con assiduità e profondità d'indagine, all'incisione discografica delle più significative opere corali sacre dell'autore austriaco. Lo sa bene oggi anche il direttore inglese Stephen Layton che, a capo del complesso orchestrale Britten Sinfonia e di quello vocale Polyphony, ha registrato alcune splendide pagine che ripercorrono l'intera carriera di Bruckner e offrono una panoramica esauriente del suo magistero compositivo (cd pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music); dalla toccante Ave Maria a sette parti del 1861 (che è considerata il suo primo capolavoro in miniatura), alla Messa n. 2 in mi minore per coro a otto voci e orchestra di strumenti a fiato (concepita nel 1866, poi ripresa nel 1882) e fino ad altri sei mottetti "a cappella", Pange lingua (1868), Locus iste (1869), Os justi (1879), Virga Jesse floruit (1885), Christus factus est (1884) e Vexilla regis (1892).
Lo stacco di tempi lenti scelto da Layton consente di fermarsi a riflettere su ogni dettaglio, dalle linee melodiche portanti agli episodi in controcanto e in imitazione, permettendo a ogni singola componente del ricco stile di scrittura bruckneriano di risaltare e integrarsi con una trasparenza di memorabile suggestione; nella dimensione cosmica di un flusso musicale ininterrotto, che procede senza increspature e con estrema naturalezza
tra le trame dense del fitto intreccio polifonico.
Antitesi esemplare dell'artista ottocentesco quale poteva per esempio essere un Berlioz, un Liszt oppure un Wagner, per il suo carattere schivo, per gli atteggiamenti goffi e impacciati, ma soprattutto per il suo fervore religioso e la fede incrollabile Bruckner venne addirittura fatto oggetto di scherno e via via definito "potente edificatore di cattedrali sinfoniche", "il più mistico dei compositori" o ancora "il giullare di Dio"; il suo riscatto è tutto qui, tra i righi di pentagramma di queste solidissime opere, dalle quali emerge l'autorevole statura e la titanica forza di un "gigante di Dio".