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Rosalia. Lasciò una vita agiata per dedicarsi alla preghiera

Matteo Liut venerdì 4 settembre 2015
La parabola esistenziale di santa Rosalia sta racchiusa entro due estremi: da un lato la nobile vita di corte, dall'altro la solitudine della vita da eremita. Il passaggio da una dimensione all'altra è l'espressione del cammino di una giovane di buona famiglia che scopre le verità in Dio e che a Dio offre la propria vita. Figlia di un nobile feudatario, Rosalia Sinibaldi viveva al tempo della rinascita cristiana della Sicilia dopo il dominio arabo durato dall'827 al 1072. Coinvolta nel clima di riscoperta religiosa della sua terra, Rosalia lasciò la vita degli agi per dedicarsi completamente alla preghiera sul Monte Pellegrino, in una grotta, dove morì nel 1160. Nel 1624 Palermo fu colpita dalla peste: Rosalia apparve a una malata e a un cacciatore indicando il luogo in cui si trovavano le sue reliquie e chiedendo che venissero portate in città. L'epidemia così cessò e i palermitani trovarono la loro protettrice.Altri santi. Mosè, profeta (XIV-XIII sec. a.C.); san Bonifacio I, papa (V sec.).Letture. Col 1,15-20; Sal 99; Lc 5,33-39.Ambrosiano. 1 Gv 2,18-29; Sal 143; Lc 16, 19-31.