Lang accosta Andersen e il Vangelo suonando una Passione da Pulitzer
Il punto di partenza del lavoro è appunto la fiaba La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen e intorno a quella triste vicenda Lang (classe 1957) ha costruito la sua trasposizione musicale, adattandola all'impronta formale e strutturale di una vera e propria Passione di stampo bachiano, come testimoniano le parole dello stesso autore raccolte nel libretto del disco: «Andersen racconta la sua storia come una specie di parabola, tracciando un'equivalenza di carattere morale e religioso tra le pene patite dalla povera giovane e quelle di Gesù; la fiammiferaia soffre, viene umiliata dalla gente, muore e viene trasfigurata. Io ho cominciato con il chiedermi quali segreti si potessero rivelare attraverso questa storia se si portasse all'estreme conseguenze la sua essenza cristiana e la si rendesse evidente, così come i compositori hanno tradizionalmente fatto adattando in musica la Passione di Gesù"». Dati questi presupposti ideali, la partitura risulta un susseguirsi di episodi in cui la pura narrazione (risolta musicalmente in una sorta di mantra ipnotico) viene alternata a commenti e riflessioni "esterni" (a mo' di corale luterano). Il libretto, ad opera dello stesso compositore, risulta una libera rielaborazione dei testi originali di Andersen, Picander (letterato prediletto da Bach) e del Vangelo secondo Matteo. «Ma non ci sono né Bach né Gesù in questo lavoro», continua Lang; «la sofferenza della piccola fiammiferaia prende il posto di quella del Salvatore e i suoi peccati vengono trasposti a un livello più alto». Una sfida ardita che, se sulla carta rischia di assumere i toni della provocazione, Lang riesce sempre a mantenere nell'alveo del rispetto e della reale partecipazione.