Landucci, l’insostenibile pesantezza delle parole
Una è la Nord laziale. Durante Lazio-Torino ancora una volta il razzismo da ultimo stadio ha colpito i granata Yann Karamoh e Wilfried Singo. Due le loro colpe, perdere tempo per portare a casa la vittoria (ottenuta) ma soprattutto agli occhi della peggio gioventù laziale, quello di essere due ragazzi di colore. Karamoh ha denunciato l’episodio postando su Instagram le immagini del tifoso che inveisce contro di lui e ha commentato avvilito: «Come è possibile che questo tipo di persone possano ancora entrare allo stadio nel 2023?». Giro la domanda all’attento e sensibilissimo ministro dello Sport, Andrea Abodi, tra l’altro tifoso della Laziale, anche lui. Dobbiamo trovare una volta per tutte una soluzione a questa piaga del razzismo. Dobbiamo evitare di diventare vittime, spesso consapevoli, da quelle che la senatrice a vita Liliana Segre da sempre ci mette in guardia, ovvero «le parole dell’odio». Per cambiare questo calcio, che rappresenta un pezzo importante della nostra società, perché all’Olimpico come a San Siro entrano in un solo mese oltre 500mila cittadini, c’è bisogno di Parole tra noi leggere, come recita il titolo del bel libro di Lalla Romano. A volte mi chiedo: quanti libri passano sul comodino di un tifoso di Curva? E quanti su quello di un calciatore o un allenatore di Serie A? I libri non daranno certo tutte le risposte, nè le soluzioni utili ad evitare la violenza verbale che aleggia sul calcio, ma possono sicuramente fornire degli assist importanti. Questa rubrica da sempre, lo sapete, è dedicata allo scriba massimo di fùtbol e il suo libro Pensare con i Piedi, l’argentino Osvaldo Soriano, il quale in un attimo di scoramento scrisse: «Il calcio è tutto uno schifo. Dirigenti, certi giocatori, giornalisti, tutti sono ficcati dentro l’affare senza che si preoccupino neanche un po’ della dignità dell’uomo». Solo chi ama davvero questo sport a volte pensa tutto il male possibile, ma è solo un attimo. Poi
le parole verso il calcio tornano ad essere leggere. © riproduzione riservata