Lo stile sinodale e l’impegno nella cura dell’ascolto e della condivisione hanno in diversi santi dei veri e proprio precursori, profeti del loro tempo la cui eredità parla ancora ai giorni nostri. Come nel caso di san Leonardo Murialdo, la cui attualità appare evidente nelle parole con le quali ricordava che «il laico, di qualsiasi ceto sociale, può essere oggi un apostolo non meno del prete e, per alcuni ambienti, più del prete», anticipando così l’idea di una Chiesa “di popolo” che avrebbe preso forma nel Concilio Vaticano II. Questo testimone della santità sociale torinese del XIX secolo era nato nel 1828 in una famiglia benestante ed era rimasto orfano di padre a cinque anni. Nel 1851, dopo gli studi nel Collegio degli Scolopi di Savona e alla Facoltà teologica a Torino, venne ordinato sacerdote, lavorando per 14 anni nell’oratorio di San Luigi a Porta Nuova. Gran parte del suo ministero lo dedicò ai giovani e agli operai, che anche allora erano le maggiori emergenze sociali, come oggi lo sono il lavoro e l’educazione. Tra il 1865 e il 1866 si trovò a studiare a Parigi e soggiornò per un periodo anche a Londra. Nel 1867 diede vita alla confraternita laicale di San Giuseppe, per l’aiuto ai ragazzi poveri e abbandonati; nel 1871 fondò l’Unione operai cattolici. Lavorò alla nascita dell’Associazione della Buona stampa e del giornale «La voce dell’operaio». Colpito da polmonite morì il 30 marzo 1900; beatificato nel 1963, è santo dal 1970.
Altri santi. San Secondo di Asti, martire (I-II sec.); beato Ludovico da Casoria, religioso (1814-1885).
Letture. Romano. Gen 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59.
Ambrosiano. Gen 49,29-50,13; Sal 118 (119),145-152; Pr 31,1-9; Gv 7,43-53.
Bizantino. Aliturgico.
t.me/santoavvenire