«Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile. Ci scusiamo per l’interruzione». Non succedeva da tempo di leggere in tv questa sovrimpressione. È successo martedì su La 7 in avvio della puntata serale di In onda estate. Stava parlando Giuseppe Conte, leader dei Cinque stelle, intervistato dai conduttori Marianna Aprile e Luca Telese, quando è apparso un fermoimmagine della ministra Daniela Santanché durante il suo recente intervento al Senato. Dopo di che è scattato il lungo stop (diversi minuti) al termine del quale è ripartito Conte senza che i conduttori dicessero niente. Il che vuol dire che quella parte di programma era registrata, anche perché, alla ripresa con il secondo ospite, nel caso specifico Sigfrido Ranucci, Telese ha letto l’ora e si è scusato per «per quel lampo di interruzione». Ma questo è solo un dato di cronaca. Per il resto registriamo la longevità del talk show di La 7, che ha da poco compiuto 13 anni avviandosi alle venti edizioni tra estive e invernali, e diamo atto che tra le coppie che finora si sono alternate la Aprile-Telese funziona meglio delle altre. Anche la riflessione pacata (favorita dal singolo ospite in studio) copre gran parte delle oltre due ore di programma, cedendo alla tradizionale contrapposizione da talk show solo in uno spazio, quello a più voci. Nel caso dell’altra sera quello sulla giustizia in cui si sono bacchettati Emiliano Fittipaldi e Pietro Senaldi. Da segnalare nel corso della puntata il servizio da San Giuliano di Puglia dove nel 2002 morirono 27 bambini e una maestra non tanto per il terremoto quanto per una scuola fatta male. Eppure l’allora responsabile tecnico del Comune (che i genitori bollano come l’assassino dei propri figli) è potuto tornare al suo ufficio per un vizio di forma che ha causato l’annullamento del provvedimento di licenziamento dopo una condanna passata in giudicato.
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