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La7: ci si laurea sotto la “Torre” di Augias

Andrea Fagioli mercoledì 6 dicembre 2023
Corrado Augias se ne va dalla Rai e inaugura il lunedì in prima serata su La 7 il suo nuovo programma, La torre di Babele, con la sigla simbolo dell’inizio della trasmissioni della tv di Stato per oltre trent’anni, ovvero la versione orchestrale del finale del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini. Augias è anche un esperto di musica, ma spiega quel brano più che per le note per il testo che il coro canta nell’opera: «Tutto cangia, il ciel s’abbella». Questo per dire che il suo talk show si occuperà del «tutto cangia» in un Paese come il nostro che difficilmente «s’abbella». Non facendo riferimenti alla sigla della Rai, il noto giornalista ha forse inteso scuotersi la polvere, anche se alla casa madre tornerà per condurre la terza edizione de La gioia della musica. E tutto questo a 89 anni, dimostrando una lucidità e uno stile senza pari, riconosciuto anche da chi non hai mai condiviso le sue idee, soprattutto quando le esprimeva rispondendo alle lettere su “La Repubblica” scegliendo spesso quelle sulla Chiesa e la religione. Ma in tv è sempre apparso molto più conciliante. Lo è stato anche nella prima puntata de La torre di Babele dedicandosi agli approfondimenti storici andando sul sicuro con Alessandro Barbero, che a dire il vero funziona molto meglio quando è lui a gestire se stesso e non quando deve sottostare alle elucubrazioni di un falso modesto come Augias. In quanto al secondo ospite, il conduttore ha reso omaggio al «suo» giornale intervistando il direttore de “La Repubblica”, Maurizio Molinari, che ha di fatto promosso il suo libro Mediterraneo conteso. Format dunque tradizionale tra interviste in studio e altre registrate per una riflessione sull’oggi a partire da ieri, che si inserisce nel filone che caratterizza sempre più l’emittente di Urbano Cairo per cui, come dice Fiorello, basta guardare La 7 che «ti arriva una laurea a casa». © riproduzione riservata