Le finzioni non possono durare. La vita con i suoi ingranaggi macina tutto ciò che è inconsistente lasciando in piedi solo la verità. Eppure c’è sempre chi è certo di poterla fare franca. A Roma il più antico tombino d’Italia, testimonia nei secoli questo contrasto ineliminabile: è la bocca della Verità, faccione di una divinità fluviale con la bocca aperta che divenne, nell’XI secolo, un leggendario test della verità. Ancora oggi è uno dei monumenti più fotografati: anche i più spudorati menzogneri esibiscono la loro mano introdotta nella bocca della divinità, certi di uscirne indenni. Lucas Cranach il vecchio, ripescando una storiella medievale, dipinge una sorta di tribunale improvvisato. Il giudice, con tanto di ermellino, indica il gesto di una donna che, accusata dal marito di adulterio, sta introducendo la mano nelle fauci di un leone. Il marito, dall'altro lato col mantello di pelo, attende il responso. La donna era realmente adultera, ma nella sua scaltrezza obbligò l'amante a presentarsi in tribunale vestito da pazzo. È l'uomo abbigliato di azzurro con le orecchie da giullare. Giunto proprio nel momento in cui la donna introduce la mano nelle fauci, prende a toccarla dappertutto senza che nessuno lo prenda sul serio. Cosicché l'adultera con la mano nella bocca del leone può sentenziare: «Dichiaro che nessun uomo mi ha mai toccata fuorché mio marito e questo folle che sta alle mie spalle». Dice così il vero, salvando la mano e il matrimonio. Le pettegole di turno non paiono convinte dal test e parlottano tra loro ai danni della sfortunata coppia. A volte nella vita s’invoca una «bocca della verità» che renda ragione dei nostri diritti violati, eppure il buon Cranach testimonia che, qualora esistesse, sarebbe facilmente neutralizzata. Hanno ragione i francesi i quali, non senza ironia, hanno collocato nei giardini di Lussemburgo una statua di Jules Blanchard, raffigurante una giovane seducente, che introduce senza timore la sua mano nella bocca della verità. Alla fanciulla è caduto improvvisamente il mantello che la copriva e ora espone senza pudore le sue nudità. La colonna che regge il faccione regge anche uno specchio, elemento che riflette impietosamente le verità che si espongono alla sua luce, ma la giovane si è opportunamente collocata di lato in modo da evitare il riflesso e, con un sorriso malizioso, mette la sua mano in bocca alla divinità, certa di non poterne subire danno. Così fatta la legge è fatto l’inganno! Del resto ciò che sfugge di mano a ogni generazione, è l’educazione della coscienza, tanto sostenuta dalla Chiesa quanto inattuata, a volte, dagli stessi credenti. Eppure questa è l’unica via capace di assicurare la crescita di persone vere e veritiere. Il panorama europeo che andiamo contemplando registra drammaticamente i nostri fallimenti educativi. Forse la pressione psicologica dell’antico faccione dalle fauci aperte aveva almeno questo frutto, la tensione a ricercare il bene e il vero sopra i propri interessi.
Immagini: Lucas Cranach, il vecchio. La bocca della Verità olio su tempera 1525-27 Collezione PrivataJules Blanchard (French, 1832-1916): Bocca della verità (1871), scultura, Parigi, Jardin du Luxembourg.