Rubriche

La vita cambia con la «strategia del rubamazzo»

Marco Voleri giovedì 21 giugno 2018

In un martedì primaverile fece prepotentemente capolino l'estate, che decise di annaffiare di raggi bollenti la spiaggia. Giorgia scrutò Matteo, visibilmente annoiato. Si erano sistemati sotto un ombrellone abbastanza isolato dagli altri. Decise allora di uscire dalla propria bolla, si alzò di scatto, avvicinandosi con brevi passi roventi a un altro ombrellone. «Buongiorno, sono Giorgia. Possono giocare insieme i bimbi? Perché Matteo si sta annoiando». Erika sorrise. «Ma certo, lui è Filippo. Matteo, sai giocare a rubamazzo?». Tirarono fuori le carte e i bambini, con l'empatia giocosa e immediata che li contraddistingue, cominciarono a passare la mattinata insieme. Scherzi, risate, succo di frutta diviso in due, ed Erika che ogni tanto trovava una scusa per spalmare la crema – protezione cinquanta – ai due fanciulli. Io me ne stavo sul mio asciugamano, a pochi metri. Una lezione – quell'incontro – per tanti adulti. «Ho preso la pizza!» vociò Giorgia dal suo ombrellone, svegliando un signore che, preso alla sprovvista dal suono acuto della sua voce, sobbalzò sulla sdraio. «Giorgia, portala qui, noi abbiamo bibite fresche nella borsa termica», aggiunse Erika.
Se non ci fossero stati i due bambini Giorgia ed Erika si sarebbero mai conosciute? Se si, come? Con quali sovrastrutture mentali? Con quali filtri? Mentre leggevo il mio libro non potevo fare a meno di chiedermelo. La vicinanza immediata dei due bimbi è scattata perché una mamma si è avvicinata all'altra, ha acceso il fiammifero che subito ha fatto scattare la sintonia ludica. Quanto è difficile permettere agli altri di entrare nella nostra bolla? Quanto è faticoso donare fiducia immediata a chi troviamo davanti a noi? «Comincia a tramontare il sole, andiamo a casa a fare una bella doccia e preparare la cena», disse Giorgia a Matteo, cominciando a riporre l'asciugamano. «Va bene, mamma. Filippo, quando ci rivediamo per la rivincita a rubamazzo?».
La felicità spesso proviene dai rapporti umani armonici che si riesce a stringere con gli altri. In qualsiasi stagione della vita.