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La vera lettura è l'arte del riuso

Alfonso Berardinelli venerdì 27 settembre 2019
Chi sono, oggi, coloro che leggono? Esiste, esisterà in futuro un “popolo dei libri”? A quali condizioni e per quali ragioni potrà sopravvivere? Ho detto leggere nel senso di leggere libri interi. Ho detto leggere, non studiare. Lo studioso e lo studente leggono per uno scopo preciso e pratico, o per necessità. Il vero lettore non ha scopi precisi se non la curiosità e un bisogno personale di conoscere e capire, di andare oltre le proprie esperienze e il proprio limitato orizzonte ambientale. Si legge per allargare lo spazio e il tempo in cui la mente può muoversi e vivere, se vivere consapevolmente la propria vita significa anche informarsi su come è andata la vita di altri, altrove, nel presente più prossimo o nel più lontano passato. Ogni tanto si sente parlare di biblioteche che vengono aperte nelle periferie delle più grandi città. C'è da augurarsi che riescano a far incontrare nuovi lettori con libri degni di essere letti, cioè sia letti che riletti: libri non di consumo ma di riuso. È vero che leggere è una passione ma anche un'abitudine e che ognuno ha il suo modo di leggere e il suo perché. Ma in un mondo dell'iperproduzione come il nostro, nel quale succede che i peggiori nemici dei libri da leggere siano gli altri e troppi libri che non si sa perché sia stati scritti, la lettura non è di per sé un valore. Guardarsi intorno, osservare le singole persone per la strada e sui mezzi pubblici, osservare l'ambiente circostante quale che sia, o un albero, un uccello in volo, una nuvola in viaggio, può essere più interessante che leggere. Per questo si pubblicano periodicamente libri con titoli come “I cento (o i mille) libri che tutti dovrebbero leggere”. Dare da leggere un libro sbagliato o mediocre a chi di solito non legge, vuol dire creare più scoraggiamento che voglia. Nelle scuole, oltre ai libri scolastici strettamente necessari, si dovrebbero far vedere e conoscere libri non scolastici. Non prescriverei mai agli studenti la lettura di un solo libro, ma di almeno cinque libri diversi fra cui scegliere. Anni fa Einaudi ha pubblicato L'arte di leggere. Aforismi sulla lettura a cura di Paolo Mauri e Jaca Book I troppi libri del messicano Gabriel Zaid, autore fra l'altro di un libro che vorrei proprio leggere, ma credo che non sia stato tradotto: La via d'uscita dal patto capitalismo-burocrazia-corruzione… Un'ultima cosa: nella scelta dei libri da leggere è meglio consultare un dilettante onnivoro che uno studioso serio: il primo infatti legge per migliorarsi, il secondo per dovere professionale. Come ha detto Lichtenberg più di due secoli fa, «la gente del mestiere spesso non conosce il meglio».