Il concertone del Primo Maggio a Roma (in diretta su Rai 3) ha preso il via nel pomeriggio di lunedì con il ricordo di Lorenzo Parelli, il diciottenne morto nel gennaio dell’anno scorso durante l’alternanza scuola-lavoro. A ricordarlo sul palco di Piazza San Giovanni, insieme alla conduttrice Ambra Angiolini, sono saliti i genitori del ragazzo: Maria Elena e Dino Parelli. Gli stessi genitori hanno aperto, con la loro composta e drammatica testimonianza, la prima puntata di Vittime collaterali, il nuovo programma condotto da Emma D’Aquino, in onda il lunedì in seconda serata su Rai 1, che racconta vicende di uomini e di donne colpiti da eventi che hanno cambiato per sempre le loro vite. «Vittime collaterali» è una definizione che si usa in guerra per dire di conseguenze indesiderate di un’azione militare che provoca ad esempio la morte di civili (e di questi tempi sappiamo cosa voglia dire per le notizie che ci arrivano dall’Ucraina). Ma vittime collaterali si adatta bene, purtroppo, anche ai parenti dei morti sul lavoro, che in base ai numeri sembra una vera e propria guerra: ogni giorno dell’anno, in media, tre lavoratori non tornano a casa vittime di incidenti nelle fabbriche, nei cantieri o nei campi. Tra questi anche ragazzi che il mondo del lavoro lo stavano solo sperimentando, come Lorenzo o come Giuseppe Lenoci, sedicenne, anche lui morto durante uno stage in azienda, con i genitori e la zia che non si danno pace. Emma D’Aquino, nel gestire con accortezza ed equilibrio una materia così delicata, sposta l’attenzione proprio su coloro di cui si parla poco o addirittura ci si dimentica: le vittime collaterali, appunto, che spesso come i coniugi Parelli trovano la forza di reagire con iniziative come la «Carta di Lorenzo», che detta regole per la sicurezza dei percorsi educativi nei quali si inserisce l’esperienza lavorativa.
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