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La tredicesima che viene e che va

Vittorio Spinelli martedì 7 dicembre 2010
A giorni, la tredicesima passerà leggera per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Già impegnata da molti per saldare bollette, spese accantonate e altri impegni finanziari, il pagamento della gratifica deve essere corrisposto, come è indicato in quasi tutti gli accordi e i contratti di lavoro, in occasione delle festività natalizie. Può slittare, tuttavia, presso alcune aziende in crisi, fino ai primi giorni di gennaio 2011. Più fortunati invece i pensionati dell'Inps, che hanno già ricevuto la tredicesima il 1° dicembre, ormai nei ricordi, e i pensionati dell'Inpdap, pronti a riscuoterla a partire da giovedì 16 dicembre. Sempre a bocca asciutta, invece, tutti coloro che svolgono un'attività autonoma, compresi i collaboratori coordinati o a progetto.
Il disappunto di alcuni lavoratori e lavoratrici dipendenti nel ricevere una gratifica al di sotto delle aspettative può essere giustificato con il trascorso, durante l'anno, di alcuni eventi previsti dalla legge e che incidono sul calcolo della tredicesima. Ad esempio, le assenze facoltative che seguono l'astensione obbligatoria per maternità, utilizzate dalla madre entro il primo anno di vita del figlio, le assenze per malattie del bambino entro i primi tre anni di età, la sospensione totale dal lavoro per cassa integrazione, gli scioperi, i permessi lavorativi non retribuiti, i provvedimenti disciplinari ecc. Anche quest'anno infine è saltata l'occasione per una detassazione della tredicesima, che di quando in quando affiora nelle proposte di partiti e di sindacati.
Tredicesima invalidi. Ora sì, ora no, una tredicesima agli invalidi di minore età che ricevono l'indennità di frequenza per riabilitazione, studi, formazione ecc. Nel 2008 la Cassazione (sent. n. 13985) ha riconosciuto a questa categoria il diritto ad una ulteriore indennità mensile, intera oppure proporzionata ai mesi di frequenza effettiva durante l'anno. Di segno opposto, invece, successive sentenze della stessa Corte di Cassazione, come da ultimo la n. 5717/2010. Nell'equivoco sul diritto, è inciampato " secondo la Corte " anche l'Inps che, nella sua circolare n. 61/2001 aveva dichiarato dovuto il pagamento della tredicesima indennità «come per i titolari di pensione o di assegno sociale».
Tredicesima domestici. La tredicesima della colf e della badante corrisponde ad un'altra mensilità intera secondo la retribuzione ricevuta durante l'anno. Il criterio è diverso se colf e badanti lavorano a ore. In questo caso, si moltiplica il compenso orario per le ore lavorate nella settimana, si moltiplica per 52 settimane, si ottiene così la retribuzione annuale che, divisa per 12, rappresenta la tredicesima «a ore». Se la lavoratrice presta servizio presso due o più famiglie, anche per poche ore, ciascuna di esse è tenuta a pagare la sua quota di tredicesima, come se la colf non svolgesse altri lavori. Anche per i domestici l'anno lavorativo comprende le assenze per malattia, infortuni e maternità.