la traduzione dell'8 novembreUna rinata repubblica delle lettere
Questo è il motivo per cui uomini della nostra epoca, dotati di egregia cultura, dediti agli studi, e che meditano con assiduità sul destino di noi tutti e della condizione nella quale siamo nati, cultori d'oneste discipline di gran nome, studiosi di squisita letteratura, filosofi, storici, maestri di materie assai serie, ricercatori nel campo delle scienze, e infine giurisperiti si son riuniti per dar vita, a Tuscolo, dove un tempo fu una villa e un amenissimo possedimento di Cicerone, ad una rinnovata repubblica delle lettere. Non sfugge loro infatti che senza un veemente impulso, col quale si stimolino e si scuotano gl'inerti, si sbaraglino i malignamente ostinati, si sveglino e s'accendano d'ardore i più alacri, non è possibile indurre coloro che professano pubblicamente gli studi e le arti e nelle cui mani risiede il destino della nostra cultura a valutare quanto sia importante salvare dalla turpe negligenza in cui versa questo strumento appartenente a tutti i popoli, grazie al quale si superano i tempi, per non parlare delle distanze; senza di esso presso di noi, che abitiamo nelle terre d'occidente, non ci sarà più una memoria storica; cancellata la quale, interrotto ogni dialogo coi nostri antenati, non resta altro se non un oblìo di tutto il passato, una barbarie, una bestiale disumanità.