Stamattina è stato superato il record mondiale di velocità mai raggiunto da qualsiasi artefatto umano: Juno, una sonda spaziale, tramite la quale, a breve, capiremo meglio i misteri del pianeta gigante Giove, è stata attirata con tale impeto dalla forza di gravità di quel pianeta da raggiungere una velocità di 250mila chilometri all'ora! Quindi adesso … esploriamo! Lo scopo di quest'astronave è di rivelare le origini e l'evoluzione del pianeta Giove affinché possiamo capire meglio i primordi del nostro sistema solare. Con l'aiuto di questa sonda, avanzatissima dal punto di vista tecnologico, gli astronomi scopriranno la quantità di acqua presente nell'atmosfera di Giove e, ottenuta questa informazione, potranno verificare la teoria sulla formazione del pianeta. Scopriranno di più anche sulla composizione dell'atmosfera, sulla sua temperatura, sul movimento delle sue nubi e su altre caratteristiche. Grazie a questo strumento, gli studiosi potranno anche disegnare una mappa del campo magnetico di Giove e della distribuzione della forza di gravità relativa, per meglio comprendere il nucleo e la struttura del «Gigante Gassoso». Faranno anche ricerche sulla magnetosfera di entrambi poli di Giove, dove sono visibili splendide aurore, sia boreali sia australi. Le loro osservazioni ci aiuteranno a capire l'effetto del campo magnetico di Giove sull'involucro gassoso. Dato che le missioni con equipaggio sono molto costose, la Nasa lancia molte sonde senza equipaggio, comandate da Terra. Ma tra i pianeti che vale la pena esplorare da distanza, nessuno brilla dello splendore di Giove, su cui presto, se Dio vuole, sapremo molto di più. Però, siccome l'atmosfera del pianeta è molto inospitale e pericolosa, il futuro dell'astronave Juno è tutt'altro che certo. Mi vengono dunque in mente le parole di Orazio: «Mandami in pianure desolate, senza un albero che sia ristorato dalla brezza estiva, un angolo di mondo oppresso dalle nebbie e dell'avversità di Giove». Allora, visto che seguirò questa missione spaziale tramite il mio computer, «mi manderò» a «quell'angolo del modo (cioè, dell'universo)», dove «Giove (cioè il pianeta) opprime», augurandomi che la sonda non sia troppo «oppressa» dal «Pianeta Gigante»!