Ieri il Sole si è fermato nel cielo. Da tempo gli uomini sanno che il suo percorso e la posizione di alba e tramonto, oltre che la durata delle giornate, cambiano nel corso dell'anno. Ecco perché hanno costruito monumenti, come Stonehenge in Inghilterra, per tenere traccia del percorso del Sole. Oggi sappiamo che non è il Sole a girare intorno alla Terra, ma la Terra, che a sua volta ruota su di un'asse che non è parallelo al Sole ma inclinato. Perciò ci sono stagioni in cui l'emisfero boreale riceve la maggior parte del calore del Sole, e altre in cui questo accade per l'emisfero australe. Il 20 giugno, il Polo Nord si trova inclinato nella posizione più vicina al Sole. Così, ieri, in corrispondenza del Tropico del Cancro, il Sole è apparso a mezzogiorno in posizione perpendicolare, sopra la testa. Il Sole non varca mai questa soglia settentrionale. Perciò tutto l'emisfero boreale riceve più di dodici ore di luce, mentre l'emisfero australe ne riceve meno di dodici. Tra l'altro, quest'anno il solstizio d'estate è coinciso con una luna piena; un fenomeno che non si osservava dall'“Estate dell'Amore”, nel 1967. Gli antichi Romani erano convinti che il Sole vaticinasse il fato. «Il Sole ti darà segnali. Chi oserebbe chiamare il Sole falso?» scrisse Virgilio nelle Georgiche. Si può trovare un “solstizio” pure nella Bibbia. Dopo che Giosuè aveva pregato Dio che gli Amorrei fossero consegnati nelle sue mani, «stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero» (Giosuè 10,13). Dunque già nei tempi antichi gli uomini sapevano che il Sole “sta fermo” due volte l'anno. Nei giorni prima del solstizio d'estate, i Romani celebravano i “Vestalia”, dedicati alla dea del focolare. Tra i riti, un vitello non ancora nato era estratto dal ventre materno per essere sacrificato. Inoltre era concesso alle donne sposate di entrare nel tempio della Vergine Vesta per offrire sacrifici, una cosa di norma proibita. Si dice che Vesta fosse la Terra stessa, sfera che consentì a tutti gli esseri viventi di fiorire e crescere. Così scrisse Ovidio: «Vesta è la stessa terra: sotto entrambe c'è fuoco perenne: la terra e il fuoco simboleggiano la propria dimora» (Fasti VI, 267-8). Soprattutto, però, il solstizio dell'estate impartisce un nuovo significato alle parole delle Liturgie delle Ore: «Ecco il Sole sorge infuocato; ci si rincresce, si comincia ad avere vergogna, ci si pente», perché al Sole (cioè al Signore) risorgente non c'è nulla di occulto, nulla di nascosto.