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La tomba di Betty

Alberto Caprotti giovedì 10 ottobre 2024
L’eternità in un camposanto è orizzontale, ma certe volte è giusto alzarsi in piedi e applaudire. Cimitero di Key West, Florida, Stati Uniti. Si visita in bicicletta, pochi fiori e tanta storia, c’è profumo di antico, di erba secca e di polvere. Esiste una lapide tra mille altre che mi piace ricordare, e che per questo ho visitato due volte nella vita: la seconda forse per accertarmi che fosse ancora lì e per non dimenticarmene, la prima perché non credevo che si potesse essere così cinici e spiritosi anche quando l’esistenza ti sfugge via. La tomba era quella di Betty Pearl Roberts (1929-1979), un’infermiera locale e, dicono, famosa ipocondriaca. Sul suo ultimo domicilio terreno ha voluto che scrivessero: “Ve lo avevo detto che non mi sentivo bene”. Ora, l’aldilà dev’essere pieno di anime incerte, nel traffico delle vite che hanno sommato su questa terra. Ma la signora Betty, e quelli come lei, passati ma non dimenticati, credo che almeno una certezza l’hanno avuta. Quella di voler regalare a tutti un sorriso postumo. Per darci forza. E per dirci nel tempo che sono stati felici, anche se non lo sembravano affatto. È esattamente quello che dovremmo fare anche noi: vivere leggeri, guardare lontano e pensare vicino, provare a sorridere del nostro destino, arrivare presto, rimanere fino a tardi. E concludere con un colpo di teatro. © riproduzione riservata