«Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò» – dice il Signore – «metterò in salvo chi è disprezzato» (Sal 12,6).Popoli in cerca di futuro con fatica si spostano da riva a riva, attraversano mari e l'onda contraria non solo ha il sapore del sale. Popoli in mare aperto, anche in terre natie, fanno i conti con la burrasca improvvisa, benché i segni del cielo da tempo avessero annunciato il vento sfavorevole. Le vele erano orientate in direzione sbagliata e la presunzione arrogante di chi aveva assicurato una navigazione sicura, una rotta certa per giungere alla terra promessa e al tesoro nascosto, è stata smascherata dall'evidenza del naufragio. Colpa certamente del nocchiero bugiardo, pratico di furto e non di traversate, ma anche dei tanti marinai creduloni, troppo spesso sedotti dalla favola di una fantastica terra, sede di ogni meraviglia, approdo facile senza fatica. Il marinaio esperto conosce i sentieri delle acque e, benché affascinato dalla navigazione, aspetta con ansia e coraggio di avvistare la terra ferma. Aspetta in ogni caso, perché sa che il bello dell'avventura è poter poi ritornare a casa. Il Signore è la terra dei giusti, Egli raccoglie il gemito dei disprezzati, porto sicuro sono le sue braccia. Se fossimo salpati con Lui nel silenzio del cuore, il solo desiderio di vedere il Suo volto ci avrebbe consegnato un mare aperto senza inganni.