Sudafrica, 1990. Nelson Mandela è appena stato scarcerato ma ci vorranno ancora anni per sconfiggere l'apartheid. Intanto la «terra dei diamanti» resiste. In Sudafrica, e altrove nel grande continente dei popoli neri. La «terra dei diamanti», già: faccenda di guerre, schiavitù, denaro insanguinato. Forse troppa roba, per una canzone. Ma l'uomo no, non è mai troppa roba. E può servire, cantare il dramma di una nazione dal punto di vista di una persona normale, che guarda l'orizzonte e si chiede come possa esistere tanta violenza. «…Come si fa a dormire se oltre questo cielo finisce il blu? …Come si fa a disprezzare, fino a piegare, un uomo? …Come faremo a spiegare a un figlio che siamo tutti uguali, quando chiederà perché? Il giorno quando torna porta tutti i suoi colori, la terra dà i suoi frutti sempre con lo stesso amore… E noi ancora ci ammazziamo, ma perché?» Sì, può servire, una canzone. E magari un giorno capiremo anche perché il campano Nino Buonocore è considerato artista «minore», lui che scrisse e cantò La terra dei diamanti nel 1990, facendo conoscere a tanti storie sudafricane che sarebbero rimaste senza riflettori sino al 2010, quando i Mondiali di calcio trasmisero al mondo immagini di festa da tutte le provincie di quel grande Paese. Che non è solo «terra di diamanti».