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Benedetto da Norcia. La sua eredità, un’anima per costruire l’Europa

Matteo Liut giovedì 11 luglio 2024
L’anima europea affonda le proprie radici nel Vangelo, in quel patrimonio di valori la cui chiave fondamentale è l’immensa dignità dell’essere umano, riflesso nella storia dell’infinito amore di Dio. È in questo messaggio il cuore dell’eredità lasciataci dal patrono del nostro continente, san Benedetto da Norcia. Il padre del monachesimo occidentale, in particolare, ci ricorda le radici della fraternità, e quindi della pace, perché tra le altre cose esortava i suoi contemporanei affinché nessuno «cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri». Parole affidate alla Regola elaborata attorno al 530 per i suoi monaci, il cui faro era la nota esortazione dell’«ora et labora», prega e lavora. Saper conciliare contemplazione, cioè lasciarsi avvolgere dall’amore di Dio, e azione, cioè fare di tutto per rendere il mondo migliore e accogliente, è la cifra del più autentico stile di vita cristiano. Benedetto era nato a Norcia nel 480, dopo gli studi a Roma e la “fuga” da una città segnata dal degrado, visse un tempo di solitudine al sacro Speco di Subiaco, scegliendo in seguito la forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. Fondò numerosi monasteri e morì probabilmente nel 547 a Montecassino. È stato dichiarato patrono d’Europa nel 1964 con la Lettera apostolica «Pacis nuntius» di Paolo VI. Altri santi. San Pio I, papa e martire (155); sant’Olga di Kiev, granduchessa (X sec.). Letture. Romano. Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29. Ambrosiano. Pr 2,1-9; Sal 33 (34); 2Tm 2,1-7.11-13; Gv 15,1-8. Bizantino. 2Cor 6,1-10; Lc 7,36-50. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata