L’anima europea affonda le proprie radici nel Vangelo, in quel patrimonio di valori la cui chiave fondamentale è l’immensa dignità dell’essere umano, riflesso nella storia dell’infinito amore di Dio. È in questo messaggio il cuore dell’eredità lasciataci dal patrono del nostro continente, san Benedetto da Norcia. Il padre del monachesimo occidentale, in particolare, ci ricorda le radici della fraternità, e quindi della pace, perché tra le altre cose esortava i suoi contemporanei affinché nessuno «cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri». Parole affidate alla Regola elaborata attorno al 530 per i suoi monaci, il cui faro era la nota esortazione dell’«ora et labora», prega e lavora. Saper conciliare contemplazione, cioè lasciarsi avvolgere dall’amore di Dio, e azione, cioè fare di tutto per rendere il mondo migliore e accogliente, è la cifra del più autentico stile di vita cristiano. Benedetto era nato a Norcia nel 480, dopo gli studi a Roma e la “fuga” da una città segnata dal degrado, visse un tempo di solitudine al sacro Speco di Subiaco, scegliendo in seguito la forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. Fondò numerosi monasteri e morì probabilmente nel 547 a Montecassino. È stato dichiarato patrono d’Europa nel 1964 con la Lettera apostolica «Pacis nuntius» di Paolo VI.
Altri santi. San Pio I, papa e martire (155); sant’Olga di Kiev, granduchessa (X sec.).
Letture. Romano. Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29.
Ambrosiano. Pr 2,1-9; Sal 33 (34); 2Tm 2,1-7.11-13; Gv 15,1-8.
Bizantino. 2Cor 6,1-10; Lc 7,36-50.
t.me/santoavvenire
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