La strega
Aveva 90 anni, i capelli candidi riuniti a crocchia, la gonna lunga e nera. Aveva avuto otto figli credo, e non so quanti nipoti. Era buona, e mi teneva volentieri con sé. Ma per quel suo sapere se il giorno dopo c'era il sole o no, io a cinque anni sospettavo fosse una strega. Buona: però una strega.
Sorrido nel pensarci ora, quando le fitte acute alle articolazioni, a sessant'anni, mi annunciano che la pressione atmosferica cala, e farà brutto domani. Oppure quando un violento mal di testa si scioglie con il boato del primo tuono. Macché strega, povera Giuditta: semplicemente le sue vecchie ossa erano un perfetto naturale barometro.
C'era un tempo in cui i vecchi, che erano pochi perché si moriva spesso giovani, sapevano, e ordinavano quando arare, quando seminare e raccogliere. «Quanta sapienza abbiamo perduto nell'informazione», ha scritto Eliot profeticamente. Adesso, per quei dolori ti parlano di malattie autoimmuni. Ma io lo so, che semplicemente sto diventando una strega.