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Dal Vietnam a Kiev, la storia che si ripete nei mosaici di Galimberti

Giuseppe Matarazzo lunedì 14 marzo 2022

Nella colonna chilometrica di auto che tenta di uscire da Kiev c’è uno «sparo di luce». Riflette una speranza, un desiderio di pace, la possibilità di una via di uscita di fronte agli spari infuocati dei carri armati russi e la tragedia che si materializza improvvisa e senza un perché. È lo scatto "instant" di Maurizio Galimberti sull’ultima pagina di storia che si sta compiendo. Quella dell’assurda guerra che la Russia ha acceso in Ucraina. È la foto che chiude la mostra Uno sguardo sulla nostra storia, a cura di Denis Curti, al Museo Diocesano "Carlo Maria Martini" di Milano (fino al 1° maggio, martedì-domenica 10-18, con visite guidate e proposte di laboratori per scuole e gruppi). Il viaggio del fotografo italiano, conosciuto per le sue composizioni a mosaico realizzate con macchine fotografiche istantanee, fra gli episodi chiave e i personaggi che hanno fatto epoca. Il Novecento fino all’attualità di oggi in trenta scatti: dalla guerra in Vietnam all’attentato alle Twin towers, dalla battaglia di Iwo Jima alla pandemia. Fatti, ma anche persone, i protagonisti della storia, da Madre Teresa di Calcutta a Giovanni Paolo II, da Nelson Mandela a Martin Luther King fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Visioni estrapolate da due libri, editi da Skira su un’idea di Paolo Ludovici, Uno sguardo nel labirinto della Storia (2020) e L’illusione di una storia senza futuro, appena uscito.

Al Museo Diocesano di Milano la mostra "Maurizio Galimberti. Uno sguardo sulla nostra storia": Fuga dalla città, Kiev, 25 febbraio 2022 - Maurizio Galimberti

Abituati ai ritratti delle star o alle rivisitazioni artistiche, come del Cenacolo di Leonardo Da Vinci, questa volta a legare la visione geometrica di Galimberti, con centinaia di istantanee scattate con la Instax Fuji, è la storia. Le immagini che hanno segnato la nostra storia. Nelle difficoltà dei tempi che viviamo, Galimberti riflette sui segni e l’orrore del passato per andare avanti. Con tecnica e poesia insieme. «Cerco di mitigare l’orrore con la poesia – dice Galimberti – che con ostinazione cerco anche quando va in scena la morte, la brutta morte, quella che la storia ci regala sempre». Con questo nuovo progetto – aggiunge Curti – «l’Instant Artist prende in analisi alcune icone della nostra storia recente e, attraverso la poetica del ready made, restituisce nuova forza a quelle immagini così conosciute e, forse, fin troppo radicalizzate». «Visti tutti insieme – prosegue il curatore –, questi mosaici appaiono subito come un campionario di eventi memorabili e ampiamente storicizzati e che qui, grazie all’intervento di rilettura di Galimberti, si trasformano in vere e proprie reliquie contemporanee». La storia del Novecento viene vista – sottolinea Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano – «attraverso episodi fortemente drammatici, con immagini che in molti casi sono rimaste impresse in ciascuno di noi, ma anche attraverso personaggi, volti e gesti che raccontano la possibilità di sguardo positivo sul reale». Usando la sua particolare tecnica, Galimberti esplora così il Secolo breve, dando nuova vita e nuovi significati agli scatti realizzati da altri autori. Con un occhio sui più piccoli, quasi fossero dei profughi dei sogni, in urgenza di un futuro che appare arduo se non impossibile da affrontare. Ecco allora le dure immagini dei bambini di Auschwitz, della Cambogia di Pol Pot, del Vietnam, di Srebrenica; la vita spezzata del piccolo siriano Alan Kurdi su una spiaggia di Bodrum o i piccoli separati dai genitori sul confine tra Stati Uniti e Messico. E poi i sogni delle ragazze In Barona, a Milano, a sostegno di un progetto di WeWorld per contrastare il disagio sociale e la povertà educativa. Con il pensiero ai bambini dell’Ucraina in fuga, da soli oltre i confini, o in quelle auto incolonnate a Kiev. Sorprese da quello «sparo di luce» che prova a illuminare la speranza.

Una foto e 609 parole (contro tutte le guerre).