La «Settimana sociale» in Rete: chi ne ha parlato di più e di meno
Diverso il quadro se si guarda alla copertura offerta sull'evento dai siti che in Rete si dedicano, prevalentemente o esclusivamente, all'informazione religiosa. Era impossibile infatti, percorrendo quelle vie digitali, non rimanere aggiornati sui lavori: non solo per i più volonterosi, che magari avevano anche scaricato l'apposita app o lanciavano sui social network l'hashtag #illavorochevogliamo, né solo per gli utenti dell'online di "Avvenire" e dell'agenzia
"Sir", ma anche per i navigatori random: con minore intensità e diversi accenti, la maggioranza delle fonti se n'è occupata. Con l'eccezione di quelle "antimoderne", che invece se ne sono disinteressate quasi all'unanimità: come se le problematiche relative al lavoro, che a Cagliari stavano sotto la lente d'ingrandimento dei cattolici italiani, non fossero significative anche per la riflessione sulla vita e sulla famiglia in prospettiva cristiana, che occupa sempre un posto centrale nelle loro linee editoriali. Eppure si trattava di un appuntamento che appartiene alla tradizione della nostra Chiesa, lungamente preparato e ampiamente partecipato. Se per i media cosiddetti laici Bruni segnala un difetto di laicità, per questi siti certamente cattolici si può ipotizzare un difetto di ecclesialità?