Prime inquadrature e subito un paio di loghi pubblicitari sparati in primo piano. Si parla di sport e certe multinazionali ci sguazzano. Fa parte del gioco. Del resto, non si inventa nulla. In questi giorni, nel rivedere i vecchi film di Fantozzi si notano una serie incredibile di sponsorizzazioni più o meno occulte. Certi amari, in passato, hanno reso la vita dolce ai produttori cinematografici. Ma torniamo al programma in questione. Si tratta di Pitch, la nuova serie in onda il martedì in prima serata su Fox (canale 112 di Sky), che racconta la storia di una ragazza americana di colore, Ginny Baker (interpretata da Kylie Bunbury), arrivata ai massimi livelli del baseball diventando la prima donna a giocare nel campionato professionistico statunitense, la Major League, ingaggiata dalla forte squadra di soli uomini del San Diego Padres come lanciatrice titolare. All'esordio le cose vanno per il peggio. I lanci di Ginny sono fiacchi e fuori misura. Inizia allora una serie di flashback da cui si capisce come la ragazza sia stata spinta al baseball dal padre e ne soffra tutt'ora i condizionamenti nel bene e nel male. Alla seconda prova, però, tutto va per il meglio. Ginny sfrutta il lancio segreto insegnato dal genitore. Arrivano le vittorie e il successo. Ma anche lo scompiglio all'interno di un gruppo di soli maschi e l'assillante attenzione da parte dei media. Ginny è un evento nella storia del baseball. In effetti, per capire la vicenda televisiva bisogna innanzitutto capire che per gli americani il baseball è un po' come il calcio per noi. Sarebbe come il debutto di una donna nella serie A italiana maschile. L'idea è pertanto audace, contro le convenzioni più forti, tenuto anche conto che Ginny è nera. Per cui lo sport diventa un'arma contro ogni tipo di pregiudizio e una metafora per raccontare il problematico inserimento di una donna in un ambiente totalmente maschile con la difficoltà di farsi accettare e apprezzare pur avendo qualità pari se non addirittura superiori a quelle degli uomini. Una situazione allargabile a tutte le donne che ogni giorno combattono per riuscire a farsi rispettare. L'intento di Pitch è dunque positivo. Restano alcune banalità nella narrazione come l'eccessiva insistenza sugli errori iniziali di Ginny, che sembra non aver mai giocato a baseball prima d'ora
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