La sapienza del cestino
Siamo tutti ammirati dalla mescolanza dei contrasti: l’oro nascosto nel fango, il premio Nobel cresciuto in baraccopoli, il burbero disincantato che sposa la romanticona. O, curiosamente, la buona scrittura, anche poetica, che educa ai più prosaici tra i doveri quotidiani. Da qualche tempo, un po’ ovunque, fiabe e letteratura chiedono e insegnano l’uso corretto dei cestini nei parchi e sui sentieri. In montagna si gioca con i personaggi dei cartoni (“Luisito ama il pulito”), nei luoghi di mare “parlano” le caricature di tartarughe e cetacei, in alcune città ci si affida ai giganti del pensiero.
A Milano i cestini sono stati tappezzati a lungo con frasi di Gandhi e Martin Luther King. Difficile dire se chi ha insegnato la pace possa essere un buon maestro di smaltimento dei rifiuti, ma l’iniziativa ha un suo valore. Quanto meno evidenzia il legame tra menti aperte e vita quotidiana, costringe il cuore a inciampare sulla strada di chi si spende per gli altri, spiega che i pensieri puliti chiedono comportamenti che lo siano altrettanto. E poi un po’ di poesia, ne basta davvero un pizzico, riesce a rendere importante anche il più banale e noioso dei gesti.