La sapienza cristiana è fatta di preghiera, studio, contemplazione e azione, è un percorso alimentato dall’amore di Dio che si esprime nell’amore per il prossimo. L’ultimo dei padri latini, sant’Isidoro di Siviglia, vescovo e dottore della Chiesa, ci ricorda che la vita di ogni battezzato è così, in equilibrio tra la ricerca del totalmente Altro e l’impegno accanto alle sorelle e ai fratelli, soprattutto quelli più bisognosi. Nato attorno al 560, nel 599 fu chiamato a succedere al fratello Leandro nella guida della comunità di Siviglia. Le sue opere, in particolare le «Etimologie», divennero testi fondamentali per gli studiosi lungo tutto il Medioevo. Dedicandogli una catechesi nel 2008 Benedetto XVI ricordò che Isidoro visse un’intensa dialettica interiore tra «desiderio di solitudine ed esigenze della carità verso i fratelli». Ma questo vescovo santo spese anche molte energie a rileggere l’eredità degli antichi alla luce della fede cristiana. Non solo: s’impegnò per curare la formazione del clero, fondando un collegio ecclesiastico che di fatto un “prototipo” dei futuri seminari. Amico di papa Gregorio Magno, presiedette il Concilio di Toledo del 633 e morì nel 636. La sua sapienza, unita a profonda umiltà, gli meritarono il titolo di «doctor egregius».
Altri santi. San Platone, abate (VIII-IX sec.); san Benedetto il Moro, religioso (1526-1589).
Letture. Romano. Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38.
Ambrosiano. Gb 19,1-27b; Sal 118 (119),161-168; Tb 5,4-6a;6,1-5.10-13b; Mt 26,1-5.
Bizantino. Es. 2,5-10; Gb 1,13-22; Mt 24,36-26,2.
t.me/santoavvenire