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Omobono di Cremona. La santità? Si raggiunge con le opere quotidiane

Matteo Liut mercoledì 13 novembre 2024
Essere santi lì dove viviamo ogni giorno, tra le persone che incontriamo ogni giorno, nei luoghi della nostra quotidianità significa rispondere all’universale vocazione a essere un riflesso della vita di Dio nel mondo. Così fu per sant’Omobono di Cremona la cui storia viene narrata sempre a partire dalla sua morte, avvenuta improvvisamente nella chiesa di Sant’Egidio nel 1197: Omobono era al suo posto, come sempre, quando si accasciò senza alcun segnale di sofferenza. Il patrono di Cremona era un laico, ricco mercante con il cuore aperto agli altri. Proprio per questa attenzione egli divenne in vita un punto di riferimento per i suoi contemporanei, che dopo la sua morte non ebbero dubbi riguardo alla sua santità. Vissuto nel XII secolo, Omobono Tucenghi aveva una florida attività commerciale laniera ma la sua profonda fede cristiana, condivisa con la moglie, lo portò a scegliere di condividere i propri introiti con i poveri. Non solo: grazie al suo stile di vita profondamente cristiano egli si fece anche mediatore nelle divisioni sociali e politiche che ferivano la comunità locale. Quando morì improvvisamente nella chiesa di Sant’Egidio (oggi intitolata proprio a lui) la sua fama di santità si diffuse immediatamente: venne canonizzato il 13 gennaio 1199, a meno di due anni dalla morte. Altri santi. San Fiorenzo di Città di Castello, vescovo (520-599); beato Veremondo Arborio, vescovo (930-1011). Letture. Romano. Tt 3,1-7; Sal 22; Lc 17,11-19. Ambrosiano. Ap 21,15-27; Sal 86 (87); Mt 25,1-13. Bizantino. Eb 7,26-8,2; Gv 10,9-16. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata