La salita dei consumi alimentari natalizi
In attesa dei numeri reali, parlano quindi le stime. Stando la Coldiretti (che ha ragionato su dati Deloitte), al di là della «situazione stagnante in attesa del Natale», è già stato calcolato che la spesa media per famiglia dovrebbe aggirarsi attorno ai 541 euro, il 3% in più rispetto allo scorso anno. In questo "paniere" di acquisti, quelli alimentari dovrebbero occupare il 26% del totale, collocandosi al secondo posto dopo i regali. Per ora comunque pare si sia speso poco. Eppure sembra che il nostro Paese quest'anno sia fra quelli in Europa che si preparano a spendere di più. E anche fra i regali, l'agroalimentare potrebbe avere un ruolo importante, con tutta la serie di mercatini dei contadini e natalizi che caratterizzano il periodo. «Resistono i tradizionali luoghi di consumo», dice infatti Coldiretti, che anzi aggiunge come quest'anno pare si possa cogliere «un successo per i mercatini che per le festività si moltiplicano». È fra le bancarelle che si possono trovare, spiegano i coltivatori, genuinità e salubrità che altrove è più difficile cogliere.
Si prepara dunque un Natale agroalimentare che per l'Italia significa qualche miliardo di giro d'affari. Si vedrà. Mentre è possibile subito notare dell'altro. Sempre Coldiretti, commentando questa volta dati Istat riferiti allo scorso anno, ha ricordato che sono stati 2,7 milioni gli italiani a mettersi in fila per un pasto. Si tratta di vecchi e nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini), che spesso non si fanno nemmeno vedere (sono solo 114mila le persone che si sono servite delle mense dei poveri a fronte di 2,55 milioni che invece hanno accettato l'aiuto dei pacchi di cibo). Sono quelli che magari si fermano qualche attimo davanti alle vetrine illuminate e poi distolgono lo sguardo. Già, perché accanto all'Italia dei consumi natalizi c'è, sempre e costantemente, l'Italia di quelli che si mettono in coda, non per i grandi magazzini e nemmeno per in saldi che verranno, ma per un piatto di minestra.