La prudenza e le altre virtù che servono per stare sui social
Ed ecco le virtù che egli elenca: umiltà di ammettere quando si sbaglia; pazienza nell'evitare gli alterchi, che non portano a nulla; temperanza nel non parlare troppo di noi anche quando le circostanze ce lo consentirebbero; fortezza per non soccombere a chi ci viene contro; giustizia di dire le cose come stanno perché si conoscono; sincerità (io dico onestà) che impedisce di diffondere informazioni incerte.
Ancora una volta, dunque, si conferma che l'ambiente digitale non è meno bisognoso della testimonianza dei cristiani di quanto lo siano le altre dimensioni del vivere sociale. Infatti, anche se il post non lo dice, queste sono tutte virtù familiari a chi attinge al Vangelo e all'insegnamento della Chiesa l'ispirazione su come stare al mondo. Tre di esse sono addirittura nel novero delle “virtù cardinali”, assieme alla prudenza, che manca nell'elenco ma che, consistendo nel «discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo», guida, evidentemente anche sui social, «le altre virtù, indicando loro regola e misura». Lo dice il Catechismo della Chiesa cattolica.