La poesia dove trovo la mia vita (o quasi)SalvatoreMazza
Dire quale sia, per me, la poesia più bella di tutte è, molto semplicemente, impossibile. Sono tante, troppe, quelle che ho letto e riletto centinaia di volte per incoronarne una tra tutte col titolo di "Regina". Come pure mi è impossibile dire chi sia il mio autore preferito (lo so che con ogni probabilità non ve ne importa niente, ma è per dire...). Negli ultimi tempi però me ne torna spesso in mente una in particolare. È di un poeta (e romanziere e jazzista e molte altre cose ancora) francese, Boris Vian, scomparso alla fine degli anni Cinquanta a soli 39 anni. Il titolo è «Io non vorrei crepare», e su YouTube se ne può ascoltare una versione recitata da Vittorio Gassman, bellissima. La poesia è un lungo elenco delle cose che l'autore vorrebbe fare prima di morire, delle eterne domande dell'uomo a cui vorrebbe una risposta, delle tante curiosità che si vorrebbe togliere.
Ecco, mi torna in mente perché anch'io faccio spesso questo esercizio di bilancio della mia vita, soprattutto di notte, quelle in cui non riesco a dormire, e devo dire nel complesso è piuttosto positivo. Certo, non ho risposte alle domande sui massimi sistemi, però mi sono sicuramente tolto molte delle curiosità che avevo, e ho fatto molte delle cose che volevo. Non tutte, è ovvio, ma abbastanza da farmi dire che il mio personale bilancio è positivo. E quanto ai massimi sistemi, posso dire che su Vian ho senz'altro un vantaggio: gli ultimi versi della poesia dicono «No, non vorrei morire prima di aver gustato il gusto della morte», e Vian, colpito da un infarto fulminante mentre stava in un cinema, non riuscì probabilmente a soddisfare quel desiderio. Beh, grazie alla Sla direi che, in qualche modo, io ho già gustato anche quel sapore. Lo sto gustando lentamente. Ne avrei fatto a meno volentieri, ma non si può avere tutto. Mi manca solo l'ultimo click. Ma, su questo, non vi potrò dire niente.
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