Diversi anni fa mi accadde di proporre e organizzare insieme alla Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (un comune strano fatto di tre cittadine piuttosto grandi, Nicastro, Sambiase e Lamezia, dove peraltro le terme quasi non esistono e pochissimo contano) un seminario sull'inchiesta sociale, al quale presero parte tra gli altri, maestri e allievi contemporaneamente, molti giovani investigatori sociali che con libri, film, radio, si sono affermati coi loro lavori negli anni successivi. C'erano, se ben ricordo, da Laffi a Leogrande, da Braucci a Saviano, da Garrone a Munzi, da Corrias a Pavolini. Ne uscì un libretto, Le pratiche dell'inchiesta sociale, Edizioni dell'asino, dal successo sotterraneo e costante, perché non vi si trattava solo di storia e di teorie, ma anche di insegnamenti concreti su «come si fa un'inchiesta». Contemporaneamente o quasi la Comunità di Capodarco di Fermo dette vita a seminari annuali sul giornalismo sociale, molto affollati e ai quali, anche con l'aiuto delle Edizioni dell'asino, vennero a tener lezioni personaggi del calibro di Kapuscinski e di Svetlana Aleksievic. Tanti anni dopo, cosa resta di quella proposta e di quegli insegnamenti? Sul piano del giornalismo sociale non si può che parlare di fallimento: i mezzi di comunicazione di massa, con rare eccezioni, non hanno bisogno di "redattori sociali", ma semmai di giornalisti d'assalto, ed è stato più proficuo, per qualche tempo, il lavoro di alcune case editrici, che hanno trattato l'inchiesta sociale all'interno della produzione di best-seller o aspiranti tali. Da allora centinaia, forse migliaia, di libri e documentari riconducibili a una storia dell'inchiesta sociale hanno dilagato, e si può ben dire non ci sia oggi altra abbondanza. Quante inchieste sforna ogni anno la nostra editoria, perlopiù para-giornalistiche? Rarissimamente esse vengono dalle facoltà di sociologia delle università, tra le più pigre e arretrate che si siano, ferme come un tempo nella micro e nella macro-sociologia e sorde invece alla Immaginazione sociologica teorizzata tanto tempo fa dal grande Wright Mills (ed. Il saggiatore). Ancora più raramente si tratta di "inchieste partecipate", miranti a cambiare le cose insieme, investigatori e investigati. Si è vinto troppo, si è stravinto? Si è fatta strada a nuovi alibi delle cultura di massa? Non sarebbe la prima volta che succede… Più curioso e imbarazzante è notare quanti giovani aspirino oggi a farsi strada (e guadagnarsi da vivere) facendo inchieste. Anche questa tendenza deriva dalla crisi del lavoro, tipica dell'epoca, ma deriva anche dagli alibi e ricatti del tempo, diciamo pure del suo kitsch. Ma, su questo, alla prossima puntata…