La panchina di Antonio
Al termine delle esequie, nella chiesa di San Domenico, davanti ad almeno mille persone, il padre di Antonio, Andrea, ha infatti preso la parola e per un'ora e mezzo ha dialogato con i presenti. Una sorta di pubblica confessione-condivisione, compresa una raccomandazione: «Tutti abbiamo responsabilità. Io mi prendo le mie, ma devono farlo anche le scuole in zona stazione, uno dei posti più degradati della città: è come vivere con una pistola puntata alla tempia. Se vedete uno disperato smettete di guardare lo smartphone e fermatelo». Di qui è nato un sogno: «La panchina di Antonio: ho questo pensiero – ha detto ancora il padre –. Realizziamola lì, fra le scuole e la stazione, che sia un luogo bello, accogliente, una sorta di filtro di decantazione. Perché quello che è successo a noi non accada mai più».