La nuova ondata di iconoclastia Cristoforo Colombo e le «Parole»
Immagini? Qui ho pensato più volte alla seconda delle "parole" date a Mosé con il Decalogo. Quella "parola" era il no alle immagini. Per ragioni storiche, con le vicende dell'iconoclastia durata per secoli, essa è stata cancellata dal testo dei 10 Comandamenti nel nostro Catechismo, ma il suo vero significato era ed è molto profondo, e per la fede ebraica e cristiana sostanziale. L'immagine – ogni immagine – è muta, e diventa un idolo davanti al quale parliamo noi, mentre nella fede è Dio che parla: «Voi non avete visto alcuna immagine. Voi avete udito una voce!». Ma c'era, e quale era, l'immagine unica del Dio creatore che stringeva quel Patto con il suo popolo? L'uomo, maschio e femmina, «sua somigliantissima immagine» (Gen 1,26)!
Torno al povero Colombo, e ricordo che ebbe molto a soffrire dopo la sua navigazione a Occidente per trovare l'Oriente, fino alla morte. Cesare Pascarella nella sua Scoperta de l'America a chi innalza statue che magari poi altri abbatteranno raccomanda: «Ma quanno è vivo nun lo fate piagne/ E lassate li sassi a le montagne!» Ogni uomo è immagine di Dio Creatore della luce. «Si faccia Luce! E la Luce fu!» (Gen 1, 3). I santi e i grandi della storia sono grandi o piccole lune che ci riflettono la luce universale. E Qualcun Altro ha detto: «Io sono la Luce!».