LA NAVIGAZIONE
Ancora adesso nei paesi la giornata è scandita dalle campane dell'Angelus, un ricordo nostalgico della nostra infanzia quando era comune siglare inizio, metà e fine di ogni data con quel suono. Oggi, anche se la domenica cancella tale memoria, si ricorda nel calendario la Madonna del Rosario e io ho voluto evocare alcuni versi di una semplicità assoluta scritti da uno dei poeti a me più cari, Thomas S. Eliot, nei suoi Quattro quartetti (1943). È la preghiera a Maria stella maris, come la invocava la tradizione popolare.
Certo, al centro ci sono i naviganti, ma è uso comune comparare la vita a una navigazione, ora nel mare placato e azzurro, ora in mezzo alla bufera, col rischio di soccombere. Ebbene, su questo viaggio che per alcuni di noi ha ancora davanti a sé molte miglia, tanti porti e vasti orizzonti, e per altri sta approdando alla meta finale, chiediamo che si stenda il cielo sereno di una protezione. È quella che il poeta invoca attraverso l'intercessione di Maria. Abbiamo tutti bisogno di un po' di pace, di quiete, di guida; abbiamo bisogno di essere attesi da qualcuno quando entreremo in porto; abbiamo bisogno di ascoltare il suono dell'Angelus per raccogliere in silenzio le vele della vita.