Idocumentari sono il prodotto che forse maggiormente si addice alla tv. Non è un caso che il successo degli Angela padre e figlio si sia tramandato soprattutto grazie a video spesso acquistati all'estero (anche se poi Alberto ha intrapreso una strada più autonoma dai lavori altrui rispetto a Piero). Fatto sta che ancora ci si stupisce di fronte a certe immagini di animali o di natura soprattutto se sono della qualità di quelle che Rete 4 sta proponendo da ieri sera con Planet Earth II, una produzione BBC in onda con due puntate per volta in tre appuntamenti il giovedì in prima serata. Partiti con Isole e Montagne, seguiranno Giungle e Deserti, Praterie e Città. Del primo episodio impressionano i draghi di Komodo delle isole indonesiane. Pericolosi e inquietanti varani giganti, voraci e aggressivi. La telecamera li riprende da ogni lato, anche in primissimo piano, in dettaglio. C'è una grande tecnica (zoom impossibili, droni, stabilizzatori di immagine...) e un grande montaggio. L'effetto è garantito. Al pari di un film vero e proprio. Si pensi anche, sempre a proposito della prima parte, ai pinguini artici dell'Isola di Zavodovski. Il loro nuotare in balia del mare in tempesta sembra una danza. In realtà è una spettacolare lotta per la sopravvivenza contro la forza della natura. Aquile, orsi e linci caratterizzano la seconda puntata. Ogni tanto ci sono anche gli uomini con le loro folli imprese per strappare un'inquadratura o volare con il parapendio in mezzo alle montagne sfiorando le rocce. A realizzare tutto questo è il più importante dipartimento del mondo di documentaristica televisiva dedicata all'ambiente, alla natura e agli esseri umani: il Natural History Unit. In Gran Bretagna questa seconda serie di Planet Earth è stata vista dalla metà della popolazione. Per realizzarla ci sono voluti tre anni con riprese in quaranta Paesi del mondo. Sull'isola disabitata di Zavodovski, ad esempio, una troupe ci ha trascorso un anno (solo per raggiungerla, nel sud dell'Oceano Atlantico, ci vogliono nove giorni). Nella versione originale la voce narrante è quella di David Attenborough, l'equivalente britannico degli Angela, un pioniere dei documentari naturalistici, che ancora oggi, ultra ottantenne (è nato a Londra nel 1926), si permette di iniziare il racconto a bordo di una mongolfiera.