Senza controllo e coscienza di sé la morale non ha fondamento. Quando vengono in mente affermazioni di senso comune come questa, vuol dire che qualcosa di elementare e di radicale sta venendo meno nella nostra vita. I comportamenti e le scelte morali hanno bisogno di disciplina e di buone abitudini. La vita è fatta anche di piccole e costanti regole che ogni singolo deve saper imporre a sé stesso. Mi è capitato in questi giorni di tirare giù dal piano più alto della mia libreria i tre grossi volumi dei Moralia di Plutarco e mi sono messo a leggere. È bello dare un’occhiata ogni tanto a documenti che hanno nutrito per secoli la nostra cultura. Plutarco è stato uno dei massimi moralisti che hanno rielaborato e trasmesso la sapienza morale greca all’Europa moderna. E ci si può sorprendere nel vedere quanti elementi in apparenza minimi della nostra vera vita, quella di ogni giorno, entrano a far parte della sua riflessione. È proprio della coscienza di sé e del controllo dei propri impulsi e desideri, idee e immaginazioni, che si ha bisogno per migliorare sé stessi. L’influenza di Plutarco, con le sue due opere classiche, Le vite parallele e i Moralia, si è estesa per secoli su molti classici successivi. In vario modo hanno imparato da lui Erasmo, Montaigne, Shakespeare, Rousseau, Schiller, Pietro Verri, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Emerson. Noi oggi parliamo di etica, di moralità, ma trascuriamo, quando non disprezziamo, i moralisti, cioè coloro che della morale hanno fatto una scienza. Perché non basta dire a figli e allievi «comportati bene», bisogna anche insegnare loro come si fa a studiare sé stessi e a correggersi. Purtroppo molta pedagogia e psicologia di oggi ignora la grande tradizione classica degli scrittori morali, da cui hanno attinto drammaturghi e narratori, autori di commedie e di satire. Mistici e moralisti hanno fornito le basi a quel secolare umanesimo più o meno cristiano che nell’attuale crisi di civiltà rischia di scomparire nelle mostruose infatuazioni per il postumano. «Siamo noi i padroni della parte migliore di noi stessi» dice Plutarco. E poi deplora il fatto che «per lo più si consuma la vita tra lamenti, scontentezze e pensieri penosi». Succede questo se non si impara a liberare la mente dalla spazzatura della pubblicità e dalle volgarità della cultura di massa. Da sociologo materialista Marx disse che «l’essere sociale determina la coscienza». A questa affermazione si dovrebbe aggiungere che una parte della coscienza non è determinata dalle condizioni sociali. E’ lì che la nostra libertà può crescere.
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