Rubriche

La Messa di Ghersem, gioiello della polifonia rinascimentale

Andrea Milanesi domenica 19 giugno 2011
Gery de Ghersem è solo uno degli innumerevoli compositori sconosciuti ai più che vengono strappati all'oblio della memoria grazie a una nuova incisione discografica, per la gioia degli appassionati di musica antica e in modo particolare degli amanti della grande scuola contrappuntistica rinascimentale. Nato a Tournai intorno al 1573, da giovane entrò nella Capilla Flamenca presso la corte reale di Madrid, dove arrivò a ricoprire il ruolo di vice-maestro di cappella, facendo poi ritorno nelle Fiandre, dove fu investito di incarichi di crescente prestigio presso principi e sovrani fino al giorno della sua morte, registrata il 25 maggio 1630.
Nonostante la diffusa fama raggiunta in vita, tra i volumi a stampa dell'epoca è giunta fino a noi solo una sua composizione; si tratta della Missa Ave Virgo sanctissima a sette parti, recentemente registrata dal direttore Erik Van Nevel e dall'ensemble corale Currende insieme con una selezione di brani mariani ad opera di alcuni grandi autori coevi con cui il maestro fiammingo entrò in contatto più o meno diretto nel corso della sua attività, da Francisco Guerrero (di cui viene riproposto lo splendido mottetto che ha offerto lo spunto tematico per la stesura della Messa) a Philippe Rogier, da Peter Phillips a Pieter Cornet (Super Audio Cd pubblicato da Accent e distribuito da Jupiter).
Ne emerge un polittico in piena continuità ideale di ispirazione, che partendo dal grande affresco liturgico di Ghersem trova naturale declinazione nelle miniature offerte dai diversi Regina Coeli e Salve Regina firmati dagli illustri colleghi.
Interpretazione raffinata e convincente, quella di Van Nevel e compagni riesce a mantenere inalterato l'effetto di grandiosità e difficoltà, di maestosità e mistero di musiche caratterizzate da repentine accelerazioni ritmiche e frequenti cambi di registro vocale, riuscendo nel contempo a rendere più fluide e comprensibili queste lussureggianti trame polifoniche con una una levità e un'immediatezza che non possono essere che sinonimo di studio approfondito, dimestichezza e capacità tecnica; ma soprattutto restituendo a queste pagine un diffuso sentimento di dolcezza e la loro dimensione autentica di preghiera collettiva.