Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti vedranno il suo volto (Sal 11,7)Perché Signore? Perché proprio a me? Irrompe nel silenzio dei ragionamenti presuntuosi il grido di chi cerca risposta alla sua dolorosa condizione. Ogni uomo come Giobbe domanda al cielo ragione della vita nell'ora della prova. Domanda posta ai signori delle idee che si affrettano a costruire percorsi di senso senza trovare direzione, a inventare pozioni magiche per curare ferite senza lenire dolore. Perché Signore mi è capitato questo? Il giusto rivendica il diritto di essere custodito per le sue azioni e per la sua vita pretende protezione. Forse è inopportuno protestare contro il cielo e rivendicare il diritto alla vita in tempo di martirio, ma il grido di Gesù sulla croce, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato", non dice forse speranza di compagnia e insieme condizione estrema di solitudine? Giusto è il Signore, che ama le cose giuste, e nel giorno dell'oscurità e della prova questa certezza deve accarezzare il cuore di che soffre, questa la speranza da raccontare quando ogni speranza sembra perduta. Dio non è indifferente al bene e al male, non è estraneo alla nostra condizione, è un Dio buono non un fato oscuro, indecifrabile, misterioso. Gli uomini retti vedranno il suo volto e mentre fisseranno l'Alto la luce pervaderà ogni sostanza.